CAROL
Ho recuperato
Carol (diretto da Todd Haynes)
qualche giorno prima degli Oscar: bellissimo film con 2 interpreti a dir poco straordinarie (
Cate Blanchett e
Rooney Mara), intense, impeccabili, che fanno emozionare trasformandosi totalmente nei personaggi. Storia coinvolgente ed emozionante, costumi bellissimi (Sandy Powell - già all'attivo 3 premi Oscar per i meravigliosi costumi di
Shakespeare in love, The Aviator e
The Young Victoria - avrebbe meritato l'Oscar quest'anno data anche la doppia candidatura sia per
Carol che per
Cenerentola, una grande artista) e una originale fotografia patinata, stile
rétro, davvero particolare. Se non ci fosse stato quel genio di Lubetzki con
Revenant Edward Lachman avrebbe avuto grosse
chances di portare a casa la statuetta dorata. Meravigliose anche le musiche di Carter Burwell. A dirla tutta stupisce (e pure tanto) il non vederlo tra i candidati a miglior film! E ancor di più il fatto che sia rimasto a bocca asciutta. In ogni caso le due splendide attrici hanno entrambe giustamente ottenuto la nomination agli Oscar. Assolutamente consigliato.
PS: di cosa parla? Una delicata storia d'amore tra un'affascinante donna ricca e divorziata, Carol Aird (Blanchett), e una giovane commessa aspirante fotografa, Therese Belivet (Mara) - siamo nell'America degli anni '50.
THE DANISH GIRL
Sempre per la serie recupero pre-Oscar, ho visto anche
The Danish Girl di Tom Hooper (regista premio Oscar per
Il discorso del Re) : onestamente mi aspettavo qualcosa di più. Il film (tratto dal romanzo
La Danese) racconta la storia del pittore Einar Wegener e del suo percorso fisico, emotivo e psicologico che lo porta a diventare Lili Elbe, la prima persona ad essersi sottoposta ad un intervento chirurgico di riassegnazione sessuale. Il tema è naturalmente molto delicato e la storia decisamente drammatica ma sembra restare tutto troppo in superficie, fin troppo semplice... mi aspettavo più emozioni, più
pathos, più
introspezione, insomma, che si andasse più in profondità! Bravo Eddie Redmayne (Oscar per
La Teoria del Tutto), sì, ma assolutamente non da Oscar, la sua è una recitazione didascalica, troppo leziosa, tanto che viene spesso offuscato dalla sua co-protagonista, la bravissima (appassionata e appassionante stella nascente del cinema svedese e mondiale) Alicia Vikander (nel ruolo della moglie Gerda) che l'Oscar (come migliore attrice non protagonista, sebbene in realtà il suo fosse un ruolo da protagonista) l'ha vinto. E' lei infatti a tenere il film, insieme ai bellissimi costumi,
alla fotografia dai colori pastello, alle splendide scenografie, il tutto accompagnato dalla suggestiva colonna sonora del talentuoso Alexandre Desplat (Oscar per
Grand Budapest Hotel). Nel cast anche bravi attori per ruoli secondari a cui purtroppo la sceneggiatura non ha dato alcuno spessore (Matthias Shoenaerts, Ben Whishaw, Amber Heard, Adrian Schiller).
TRUMBO
Gran bel film! Porta alla luce con dolore e ironia un'altra pagina vergognosa della storia (e della politica) americana...
Straordinaria l'interpretazione di Bryan Cranston (candidato all'Oscar) nei panni dello sceneggiatore comunista Dalton Trumbo, vincitore di due premi Oscar (
Vacanze Romane, film che amo follemente, e
La più grande Corrida) sotto falso nome (perchè inserito nella "lista nera" per le cosiddette attività anti-americane) nonchè autore della sceneggiatutra di film quali
Spartacus ed
Exodus - nel cast anche Diane Lane (nel ruolo della moglie), Elle Fanning (la figlia), John Goodman, Helen Mirren, Dean O'Gorman. La particolarità di questo film (titolo italiano:
L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo, diretto da Jay Roach) è che sebbene l'argomento sia tutto sommato drammatico, viene affrontato con molta ironia e simpatia (doti che caratterizzavano il vero Trumbo e che Cranston fa sue alla perfezione) dando dinamicità e frizzantezza alle vicende e alla pellicola. Da vedere.