Le varie merci di un supermercato attendono con impazienza
di essere acquistate dagli esseri umani, considerati Dei, per poter così andare
nel “Grande Oltre” – prima della data di scadenza – visto e immaginato come una
sorta di Paradiso. In particolare la salsiccia Frank e la panina Brenda non
vedono l’ora di unirsi (in senso letterale e naturalmente sessuale, entrando
l’uno nell’altra) in un hot dog. Qualcosa al momento dell’acquisto va storto e
accidentalmente scoprono che in realtà nell’Oltre non si vive felici e
contenti, ma gli Dei altro non sono che mostri sanguinari che li uccidono per
mangiarli o usarli. Sta allora a Frank avvisare tutte le altre merci (deperibili
e non) per innescare una ribellione e godersi la vita, liberi da ogni
inibizione.
Sausage Party è
nelle intenzioni un film irriverente e disinibito, una pellicola di animazione
per adulti, di genere comico-demenziale. In realtà la trama è piuttosto esile e
tutta la storia altro non è che un lungo preambolo, un banale pretesto per
giungere al gran finale orgiastico. L’orgia conclusiva (tra i vari cibi animati)
è infatti ciò a cui si allude e si tende fin dall’inizio, a forza di battute
sboccate, inevitabili doppi sensi con forti ed evidenti riferimenti a sfondo
sessuale e linguaggio scurrile, per un film eccessivamente volgare e a tratti
sconcertante senza però risultare godibile. La storia infatti si dipana senza
particolari guizzi; ciò che colpisce è più l’assurdità surreale partorita dalle
menti di Seth Rogen ed Evan Goldberg
(produttori e sceneggiatori, il primo anche doppiatore in versione originale
della salsiccia Frank). Lo svolgimento è talmente demenziale da non rivelarsi
neanche particolarmente divertente, le gag troppo (e anche inutilmente) spinte
non portano da nessuna parte, a sottolineare come alla base del film non ci
fossero idee originali né creative. Oltre a Seth Rogen, gli altri doppiatori
originali sono Kristen Wiig (Brenda), Jonah Hill, Edward Norton, Salma Hayek,
James Franco e Paul Rudd.
Quel poco che poteva esserci di realmente provocatorio, come
un pizzico di critica sociale nei confronti degli esseri umani (rigorosamente
americani), grassi, drogati e golosi di cibo spazzatura, si perde nei meandri
di una comicità volgare, infantile e per nulla pungente che alla lunga annoia e
nell’insieme delude.
A tratti sembra quasi di guardare una brutta (ed oscena)
copia di Toy Story con i cibi al
posto dei giocattoli, molto inferiore anche a livello visivo e per qualità
dell’ animazione, del resto i livelli della Disney e della Pixar sono
difficilmente raggiungibili.
Dicevamo, dunque, che tutta la trama porta a questa
liberatoria scena finale sessualmente spinta, un’esplosione orgiastica a cui si
puntava fin dall’inizio. Eppure, a nostro avviso, la scena migliore della
debole pellicola diretta da Greg Tiernan e Conrad Vernon non è certamente questa, bensì
quella in cui, una volta usciti dal supermercato, i vari prodotti alimentari
scoprono il destino crudele che li attende nel Grande Oltre e vengono “uccisi”,
triturati e mangiati; scena peraltro già abbondantemente spoilerata nel
trailer.
Ricordiamo che Sausage
Party, nelle nostre sale dal 31 ottobre, è una pellicola per adulti. Negli Stati
Uniti il film ha ricevuto una classificazione “R”, ovvero vietato ai minori di
17 anni “per contenuti esplicitamente sessuali e linguaggio scurrile”, in
Italia è vietato ai minori di 14 anni non accompagnati da un adulto. Raccomandiamo
dunque ai genitori di non portare i figli a vederlo.
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