di Silvia Sottile
Presentato al Festival di Cannes 2016, dove il regista Matt
Ross ha vinto il premio per la miglior regia nella sezione Un Certain Regard, e accolto trionfalmente a ottobre alla Festa del
Cinema di Roma, accompagnato dall’attore protagonista Viggo Mortensen (noto
soprattutto per il suo ruolo di Aragorn nella trilogia di Peter Jackson Il Signore degli Anelli), dove si è
aggiudicato il premio BNL del pubblico al miglior film, Captain Fantastic è a nostro avviso una delle migliori pellicole
dell’anno.
Ben Cash (uno straordinario Viggo Mortensen) è un padre che
vuole crescere i suoi 6 figli fuori dal mondo, lontano dalla società moderna, a
stretto contatto con la natura. La famiglia Cash vive infatti in completo
isolamento in una foresta del Pacifico nord-occidentale. A causa di un tragico
evento, Ben deve necessariamente tornare nel mondo esterno e i suoi figli si
troveranno a contatto con una realtà che non conoscono, fatta di pericoli ed
emozioni a cui non è facile adattarsi. Di conseguenza Ben si trova costretto a
riesaminare le sue idee e convinzioni, a porsi domande su cosa sia giusto e
cosa sbagliato quando ci sono di mezzo i figli, a rivedere il suo modo di
essere genitore e a valutare se sia il caso di accettare dei compromessi.
È inutile girarci intorno: Captain Fantastic è a tutti gli effetti un capolavoro del cinema
indipendente. Trainato da un protagonista in forma smagliante (quanto mai
affollata la categoria del miglior attore quest’anno agli Oscar, ma fosse per
noi un posticino per Mortensen ci sarebbe di sicuro), che riesce a reggere
sulle sue spalle, senza cedimenti, il peso dell’intera pellicola, il film mette
in luce anche il talento dei giovanissimi attori che interpretano i figli di
Ben. Ad eccezione di George MacKay (Bo Cash, il primogenito) e Annalise Basso
(Vespyr Cash), per gli altri è stata la prima esperienza cinematografica e se
la sono cavata davvero tutti egregiamente. Da segnalare nel cast anche Kathryn
Hahn e il candidato all’Oscar Frank Langella (Frost/Nixon di Ron Howard), il cui ruolo, sebbene limitato, è di
importanza fondamentale.
Questa figura straordinaria e decisamente originale di padre
nella foresta, fautore del libero dialogo, della libertà di pensiero e di opinione (tipica della cultura liberale), convinto che vada detta sempre e comunque la verità,
che educa i figli alla lettura di grandi classici e difficili testi filosofici
, ma li sottopone anche a duri allenamenti fisici e li istruisce nell’uso delle
armi fin da piccoli, è dipinta a tutto tondo, evidenziandone il fascino ma
anche i limiti, che emergono nel momento in cui le sue idee e la sua utopistica
concezione della società ispirata alla Repubblica
di Platone, si scontrano con la moderna civiltà occidentale, rendendo
necessaria una mediazione per smussare in parte il suo ideale: meno
intransigente e più a misura dei figli, senza per questo tradire i valori in
cui crede.
Dunque il messaggio trasmesso dalla pellicola è molto forte:
partendo dalla netta critica nei confronti del consumismo, si porta lo
spettatore a riflettere su molti aspetti della vita che diamo per scontati e a
porsi grandi interrogativi sulle scelte educative che facciamo ogni giorno. Meravigliosa
la fotografia di Stéphane Fontaine che pone l’accento sui colori della natura regalandoci
paesaggi mozzafiato.
Captain Fantastic,
al cinema dal 7 dicembre, è un film stupendo, un gioiello cinematografico da
non perdere assolutamente. Si riflette, ci si commuove, eppure ci sono anche momenti
in cui si ride. Di sicuro è una pellicola che emoziona e non lascia
indifferenti.