di Silvia Sottile
Resident Evil – The
Final Chapter, scritto, diretto e prodotto da Paul W. S. Anderson e
interpretato, così come i precedenti, da Milla Jovovich, è il sesto e ultimo
episodio della saga cinematografica basata sui noti videogiochi survival horror
Resident Evil.
Dopo un brevissimo riassunto iniziale che serve a
riepilogare (o introdurre, se si tratta di neofiti) le vicende agli spettatori,
veniamo catapultati in media res.
Dopo gli eventi di Resident Evil
Retribution l’umanità è ridotta ai minimi termini. Alice deve tornare nel
punto in cui è iniziato l'incubo, Raccoon City, dove la Umbrella Corporation
sta organizzando un attacco finale senza precedenti contro i sopravvissuti. In
una corsa contro il tempo Alice unirà le proprie forze con i suoi vecchi amici,
a cui si aggiungeranno nuovi e improbabili alleati, in una battaglia ricca di
azione contro orde di non morti e nuovi mostri mutanti, per recuperare un
antidoto al virus T. Fra la perdita delle sue capacità sovrumane e l'imminente
attacco dell'Umbrella, questa sarà l’avventura più difficile di Alice: cercare
di salvare il genere umano che rischia l’oblio.
In realtà la trama è poco più che un pretesto, che serve a
giustificare le adrenaliniche scene d’azione che mantengono il ritmo frenetico
ed esagerato. Zombie, esplosioni infuocate, calci rotanti, cruente uccisioni
all’ultimo sangue, mille pericoli e un’eroina incontrastata: Milla Jovovich nei
panni di Alice. È lei che con la sua fisicità, i suoi movimenti atletici, la
sua bellezza, la sua bravura e il suo amore per questo personaggio, riesce a
tenere la pellicola e a renderla accattivante, così come del resto è stata la
protagonista indiscussa di tutta la saga. L’attore scozzese Iain Glenn ricopre
il ruolo dell’antagonista, il Dr Alexander Isaacs. Nel cast anche Ruby
Rose, Ali Larter, Shawn Roberts, William Levy e Eoin Macken.
Un montaggio serrato (con un massiccio uso della slow motion), gli effetti speciali e la colonna sonora
roboante riescono a compensare una sceneggiatura confusa, condita da prevedibili
colpi di scena. Ma, come abbiamo già detto, la storia in realtà conta poco, ben
più importante è l’azione che mantiene un ritmo da videogioco, egregiamente trasportato al cinema. Peccato
che il 3D si riveli un po’ fastidioso. La fotografia eccessivamente cupa
riflette invece ottimamente l’atmosfera da imminente fine del mondo.
Resident Evil – The
Final Chapter ha sicuramente molti
difetti, eppure si guarda con estremo piacere e risulta scorrevole e
avvincente, quasi una sorta di guilty
pleasure. In fondo basta prendere questo film per quello che è: svago allo
stato puro senza troppe pretese. Imperdibile per gli appassionati ma godibile
anche per chi si avvicina per la prima volta a questa saga.
Nelle nostre sale dal 16 febbraio. Sarà davvero la fine di
tutto?
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