La
Tenerezza di Gianni Amelio è un film sulla vecchiaia e sul
difficile rapporto tra un padre e una figlia, fatto di non detti e sentimenti
trattenuti per non soffrire. Ma è anche un film intimo, ricco di piccoli e
grandi gesti quotidiani, fonte di dolore o di amore.
A dispetto della locandina che mette in primo piano
Elio Germano, protagonista assoluto della pellicola è Renato Carpentieri che fornisce
una straordinaria prova d’attore regalandoci un’interpretazione struggente e
malinconica.
Liberamente ispirato al romanzo La tentazione di essere felici di Lorenzo Marone, edito da
Longanesi, La Tenerezza esplora
infatti la quotidianità, ma anche (e soprattutto) i sentimenti inquieti e le
emozioni di Lorenzo (Carpentieri), un anziano avvocato che ha appena superato
un infarto. Vedovo di una moglie che non amava e tradiva, padre di due figli a
cui ha negato per anni il suo affetto (Saverio/Arturo Muselli ed Elena/Giovanna
Mezzogiorno) convive con il suo senso di colpa e ama parlare col nipotino
Francesco (Renato Carpentieri jr) perché “ai bambini si può dire tutto”. Lorenzo
si affeziona alla giovane coppia che si stabilisce nell’appartamento accanto al
suo, un palazzo antico della Napoli borghese, per una volta lontana dalle
periferie. Si tratta una famigliola all’apparenza felice, composta da Fabio
(Elio Germano), inquieto ingegnere del
nord che non riesce a comunicare con i figli, Michela (Micaela Ramazzotti),
intensa, solare, una forza della natura, e i loro due bambini. Finché un giorno
una tragedia, frutto di una disperazione interiore, sconvolge la vita di tutti.
Eppure, persino dal dolore più angosciante può nascere una speranza. Nel cast
anche Greta Scacchi, Giuseppe Zeno e Maria Nazionale.
Indubbiamente La
Tenerezza è un film drammatico, caratterizzato da un ritmo lento che può
risultare faticoso per chi non è abituato, ma in realtà si tratta di una
meravigliosa pellicola d’autore, profonda, introspettiva e molto commovente,
fatta di gesti, dialoghi, espressioni e sguardi così intensi da toccare l’anima.
Renato Carpentieri riempie ogni scena, è la colonna portante della storia. Bravissima
anche Giovanna Mezzogiorno, nei panni di una figlia all’apparenza dura ma con
la voglia di recuperare il rapporto col padre. Sempre impeccabile la
Ramazzotti. Poche e brevi le scene interpretate da Elio Germano, eppure grazie
al suo talento sono sicuramente tra le più intense e significative. La colonna
sonora accompagna magistralmente la trama ed i suoi snodi cruciali. Dal punto
di vista tecnico merita assolutamente di essere sottolineata la fotografia che
porta la firma del grande Luca Bigazzi (La
grande bellezza).
Abbiamo chiesto al regista in sede di conferenza
stampa una sua definizione di “tenerezza” e queste sono le sue parole: “non so come definirla, la tenerezza può
essere un sentimento o un gesto. Papa Francesco ne ha parlato recentemente,
sottolineandone il valore liberatorio.
La tenerezza è qualcosa di cui abbiamo bisogno per scacciare l’ansia in questo
mondo fatto di inganni e trappole. Fare un gesto di tenerezza, considerato
debole, è qualcosa che contrasta col nostro desiderio di essere forti. Ho dato
questo titolo pensando alla scena finale” che appunto vede un commovente
gesto di tenerezza: “mani che si prendono
e si toccano... c’è voluto un percorso per scardinare la figura di questo padre e
guarirlo. Si nota un richiamo a ‘Ladri di biciclette’ di Vittorio De Sica, uno
dei finali più straordinari della storia del cinema”.
Gianni Amelio torna dunque al cinema con una
pellicola riuscitissima in cui mette al centro i temi a lui cari: “un film sui sentimenti che sono la cosa più
forte e più fragile che abbiamo, sono a rischio e ci mettono a rischio”.
La
Tenerezza sarà nelle nostre sale dal 24 aprile.
Ecco i nostri scatti in conferenza stampa:
Gianni Amelio
Renato Carpentieri
Giovanna Mezzogiorno
Elio Germano
Micaela Ramazzotti
Copyright foto © Silvia Sottile
Copyright foto © Silvia Sottile
Nessun commento:
Posta un commento