Dintorni di
Parigi. La vita e l'educazione del piccolo Prescott (Tom Sweet), figlio di un
consigliere del presidente americano Wilson che lavora alla definizione del
trattato di Versailles (Liam Cunningham) e di una madre austera e religiosa
(Bérénice Bejo). Di lì a poco, l'avvento terribile del fascismo.
L'attore
Brady Corbet, alla sua prima regia, rivisita con molte licenze l’ultimo dei
cinque racconti de Il muro di Jean-Paul Sartre, L’infanzia di un capo,
e il romanzo Il Mago di John Fowles. Ne vien fuori un film potentissimo e
cupo, inquietante e fascinoso, figlio (e sicuramente debitore) di un certo
cinema mitteleuropeo, da Haneke a Von Trier.
Il contesto
storico è quello francese, reduce dal primo conflitto mondiale, dove il
giovanissimo Prescott, interpretato sorprendentemente da Tom Sweet, tramite tre "capricci", che rappresentano non solo gli atti di cui è composto il film, ma
anche i suoi momenti di ribellione all'educazione familiare, manifesta i
segnali della sua ferocia e prende coscienza, un po' alla volta, del potere che
riesce a esercitare sugli altri.
Un film
visivamente ed espressivamente esaltante, che utilizza l'illuminazione naturale
e il singolare formato 1,66:1 per costruire un incubo pittorico di candele ed
ombre, immergendoci in un'atmosfera inquieta in cui serpeggia irrefrenabile la
tragedia.
Ci sono la
desolante freddezza della campagna francese in inverno, i casali contadini
fatti di legno, i cieli plumbei, le foreste schiaccianti... Ci sono una
regia efficacissima nei sinuosi movimenti di macchina e un uso insistito della
steady cam, che segue il piccolo protagonista mentre si muove, temibile, negli
spazi dell'enorme casa in cui per la maggior parte si svolge la vicenda. Uno
stile da film dell’orrore più che da dramma storico in costume, che tiene desta
l'attenzione e costruisce una tensione tangibile, che sfocia in alcune sequenze
di scioccante efficacia.
Chiaramente
l'associazione, nemmeno più di tanto implicita, tra la repressa ferocia di
Prescott e l’orrore adulto e Storico che da essa nascerà viene suggerita e poi
gradualmente esplicitata, fino al finale un po' telefonato alla Bertolucci (Il
conformista) o alla Haneke (Il nastro bianco).
Splendida e
fondamentale alla resa filmica la titanica colonna sonora di Scott Walker,
che eleva l’angoscia e l’inquietudine della vicenda. Bérénice
Bejo è perfetta nel ruolo di madre fredda, rigida e infelice, che alterna parti
recitate in francese a parti in inglese.
Ci sono
voluti due anni per vedere questo bel film sul grande schermo, ma ne è valsa
sicuramente la pena. Nelle nostre sale dal 29 giugno.
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