In una calda giornata estiva, in una splendida
location nel
cuore di Roma (La Lanterna di Fuksas), abbiamo incontrato Jon Watts, regista di Spider-Man: Homecoming,
ed il protagonista , il “bimbo-ragno” Tom Holland.
Ecco cosa ci hanno raccontato sull’attesissimo film
Marvel in uscita il 6 luglio nelle nostre sale.
Spider-Man
torna a casa. In cosa si differenzia questo nuovo Spider-Man da quelli che
l’hanno preceduto sul grande schermo?
Tom Holland: “La
sfida è stata realizzare un film diverso dai precedenti, portare sullo schermo
qualcosa che non si fosse già visto. Infatti abbiamo uno Spider-Man giovanissimo,
che va a scuola, ha questi poteri e ci si diverte tantissimo proprio come un
adolescente che scopre di avere dei superpoteri”.
A
proposito del villain, c’è in qualche modo un riferimento al mondo del proletariato
contro il capitalista Tony Stark? Vi siete ispirati al film Lo chiamavano Jeeg Robot per la scena della rapina al bancomat?
Jon Watts: “No,
in realtà abbiamo voluto portare tutto a un livello basico. Abbiamo immaginato
cosa poteva fare un quindicenne, un ragazzo normale, con dei super poteri e
allo stesso modo dare questi super poteri a un cattivo normale che venisse dal
popolo. Non abbiamo visto Lo chiamavano Jeeg Robot, deve essere un gran bel
film. Abbiamo rubato da varie parti ma non da qui.”
Abbiamo
visto nel footage Peter Parker
che gira un video amatoriale, una sorta di video riassunto degli eventi di Captain America: Civil War dal suo punto
di vista. Lo ha girato realmente Tom? Ce ne sono altri?
JW: “Mi
sembrava interessante mostrare la prospettiva di Peter. Tutti ormai fanno
riprese video e sappiamo che Parker è un fotografo. Non ci sono altri video, è
solo all’inizio”.
TH: “Sì, l’ho
girato io stesso col cellulare, mi sono divertito molto a fare il regista”.
La
scelta di Michael Keaton nel ruolo di questo villain, l’Avvoltoio, è stata in
qualche modo influenzata dal ruolo che l’attore ha interpretato in Birdman?
JW: “No, non c’è
nessun collegamento con Birdman. Keaton è stato scelto per il suo essere
straordinario in ogni ruolo. Se è per questo è stato anche Batman, in effetti è una
cosa divertente a pensarci. Io mentre lavoravo con lui sul set pensavo: “Oh mio
Dio, sto parlando con Bettlejuice!”
Tom,
come è stato recitare con Michael Keaton e Robert Downey Jr.?
TH: “Sono un
grande fan dei film Marvel e lavorare con Iron Man è stato un sogno che si è realizzato!
Robert Downey Jr. porta un livello incredibile di umorismo nel film e sul set. Invece
Michael Keaton è una persona gentile e meravigliosa ma sul set si trasforma e
diventa terrificante”.
A questo punto Tom Holland racconta un aneddoto sul
provino che ha sostenuto con Robert Downey Jr.: “Ero terrorizzato. Entro e inizio a parlare
imbarazzatissimo. Poi vedo che entra nella sala Robert Downey Jr. e mi rendo
conto di aver parlato tutto il tempo con la sua controfigura! Che figuraccia! Però
la cosa positiva è che quando poi ho parlato col vero Robert Downey Jr. ero più
sciolto e meno imbarazzato”.
Tom,
è stato più difficile realizzare le coreografie di Billy Elliot o le acrobazie
di Spider-Man? Aver interpretato a teatro Billy Elliot ti è stato di aiuto per
Spider-Man?
TH: “Sicuramente
è stato più difficile Billy Elliot. Avevo 10 anni e ci sono voluti due anni di
duro allenamento. Comunque è stata una lezione utilissima e mi ha aiutato per
tutta la mia carriera e anche naturalmente per Spider-Man. La danza prepara per
molte cose ma non puoi certo essere preparato per cadere da 50 metri appeso a un
cavo! Ricordo che una volta avevo mangiato un paio di hamburger perché mi
avevano detto che avevamo finito le riprese per quel giorno invece poi mi hanno
richiamato sul set per girare un’ultima scena. Ho rimesso il costume e questa
imbragatura e durante le acrobazie sentivo gli hamburger venire su ed ero terrorizzato
dall’idea di vomitare dentro la maschera…".
Cosa
hai provato la prima volta che hai indossato la tuta di Spider-Man? Cosa
faresti se avessi dei super poteri?
TH:“La prima
volta che ho messo il costume di Spider-Man ero deluso. Mi avevano chiamato per
girare le scene di Captain America: Civil War e il costume era grande perché era
stato realizzato sulle misure della controfigura. Invece poi per Spider-Man:
Homecoming ho avuto finalmente il mio costume fatto su misura ed era perfetto. Sogno
da quando avevo 5 anni di essere Spider-Man… se avessi i suoi poteri però non
sarei buono, probabilmente farei una rapina in banca!"
Jon,
questo film è un cinecomic che fa parte dell'Universo cinematografico Marvel ma è anche un po’ un teen
movie. Come si è rapportato con gli altri film Marvel per differenziarsi?
JW: “I film
Marvel mi hanno sempre affascinato. Immaginavo come si sente una persona
normale mentre ci sono i combattimenti degli Avengers. Mi è piaciuto molto
avere l’opportunità di esplorare questo elemento con gli occhi di un
quindicenne che si rapporta con questo mondo. Una realtà interessante con una
nuova prospettiva che poi diventa un’epica”.
Contro
quali cattivi vorresti combattere sul grande schermo nei prossimi film?
TH: “Devi
chiedere al regista e alla Marvel. Vogliono portare dei nuovi cattivi mai visti
sullo schermo e Spider-Man ne ha tanti”.
JW: “A me
piacciono i cattivi un po’ sciocchi come ad esempio The Maids che ha una mano
come una mazza ed è uno dei miei cattivi preferiti, oppure Morbius, o magari possiamo
fare Spider-Man contro i vampiri”.
“Il
mondo dei supereroi è come una mitologia contemporanea. Come è stato l’approccio?”
JW: “Spider-Man
è l’entrata nel mondo delle persone normali. È diverso dagli altri. È quello
con cui ci possiamo più identificare come eroe. L’unico – o uno dei pochi – che
ha un’identità segreta. Non ha chiesto i suoi poteri, gli sono capitati. Spider-Man
è tornato dove dovrebbe essere”.
Che
consiglio darebbe a Peter Parker?
TH: “Mi
piacerebbe avere dei consigli da lui perché è la persona più corretta che
conosco. È strano ma è divertente”.
Cosa
le ha dato la tuta ed entrare nel mondo Marvel?
TH: “Mi ha cambiato la vita. Mi hanno dato fiducia e
responsabilità affidandomi il ruolo del primo Spider-Man dell’Universo
cinematografico Marvel”.
Tom Holland ci racconta quindi come ha scoperto di
aver ottenuto il ruolo tramite Instagram: “Avevo
fatto parecchi provini per alcuni mesi e
mi avevano detto che l’indomani avrei saputo l’esito e invece passano 6
settimane. Vedo la foto su Instagram che diceva di andare sul sito per scoprire
il nuovo Spider-Man, e quando ho letto che ero io sono impazzito, correvo,
saltavo… il mio fratellino pensava ad un
hackeraggio del sito perché non ero stato contattato e invece poi me l’hanno confermato
telefonicamente ed era vero!”.
New
York è stata ripresa in molti film. Cosa ha dovuto cambiare?
JW: “In realtà
nei film abbiamo visto soprattutto Manhattan ma ci sono tanti altri luoghi da
esplorare come ad esempio il Queens, dove vive Peter Parker”.
Che
effetto fa essere trasformato in action figure?
TH: “Molto
strano. Io da piccolo giocavo con l’action figure di Spider-Man e adesso hanno
la mia faccia! A dire il vero la prima versione non mi somigliava molto, l’hanno rifatta e adesso
invece ha davvero le mie sembianze”.
Com’è
stato fare per la prima volta uno Spider-Man che non racconta la storia delle
origini?
TH: “Tutti conoscono
la storia delle origini, non ne abbiamo sentito la mancanza. Era molto meglio
continuare dagli eventi di Civil War”.
Per concludere, segnaliamo l’interessante iniziativa della
campagna contro il bullismo nelle scuole: la Panini e la Marvel hanno reso
Spider-Man protagonista di un fumetto in cui si parla di bullismo e cyberbullismo. Viene inoltre presentato
il movimento italiano MaBasta! (Movimento Anti Bullismo Animato
da STudenti Adolescenti).
Questa l’opinione di Tom Holland: “Peter Parker è un buon simbolo per i
ragazzi. Perché è uno sfigato ma uno sfigato figo, un ottimo modello. È uno che
studia e si diverte. Questo dimostra che anche un secchione (e non solo chi fa
sport) può essere popolare e di successo”.
Copyright foto © Silvia Sottile
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