Noi
siamo tutto (titolo originale: Everything, Everything) è
sicuramente la pellicola rivelazione di questa settimana con un inaspettato
successo al box office. Si tratta di un film tratto dall’omonimo bestseller di
Nicola Yoon, fenomeno editoriale del 2015, rivolto soprattutto al pubblico teen
e young adult.
A causa di una grave
malattia che non le permette di uscire fuori di casa, Maddy (Amandla Stenberg), ha raggiunto
la maggiore età senza vivere nemmeno una delle piccole esperienze sperimentate
dai suoi coetanei. Cresciuta in una gabbia dorata con la sola compagnia
della madre e dell'infermiera Carla
(Ana de la Reguera), non ha
mai ricevuto il primo bacio, né visto da vicino l'oceano e la spiaggia, se
non in fotografia. Si è rassegnata a condurre un'esistenza di emozioni
surrogato attraverso le pagine dei libri, relegata tra le pareti domestiche. Il
cambiamento arriva con il rombo di un camion dei traslochi che imbocca il vialetto.
Olly (Nick Robinson), il figlio
dei nuovi vicini, nota Maddy nonostante lei cerchi di nascondersi, e da allora
prova a comunicare con la ragazza in tutti i modi possibili, attraverso
vetri, finestre, sms e bigliettini di carta. Tra i due nasce una
tenera amicizia, destinata a sfociare in un legame profondo e
indissolubile che non potrà essere arginato da una semplice porta chiusa a
chiave.
Come si può facilmente
evincere dalla trama, Noi siamo tutto,
diretto da Stella Meghie, rientra pienamente nel classico filone romantico – adolescenziale
in cui uno dei due protagonisti ha una gravissima malattia. L’anno scorso era
stato il turno di Io Prima di Te con
Emilia Clarke e Sam Claflin, ma andando indietro negli anni si può notare che ogni
generazione ha il suo dramma intriso di romanticismo. Chi scrive, ad esempio,
ricorda benissimo Qualcuno da Amare (1993)
con gli allora giovani Marisa Tomei e Christian Slater, mentre nel 2000 le star
di Hollywood Richard Gere e Winona Ryder interpretarono Autunno a New York, per non parlare del vero e proprio capostipite
del genere: Love Story (1970).
Se, dunque, c’è da
aspettarsi l’immancabile copione con l’innamoramento e il repentino (e
prevedibile) ammalarsi, Noi siamo tutto vanta
comunque una buona scrittura (con qualche pecca che analizzeremo tra poco), uno
stile dinamico e originale da “favola
moderna”, la fotografia dai luminosi colori pastello, un inaspettato colpo di
scena sul finale e una deliziosa protagonista (Amandla Stenberg, la piccola Rue
di Hunger Games), decisamente troppo
in forma per risultare credibile come “malata” ma narrativamente ed
emotivamente ben caratterizzata, a scapito del coprotagonista maschile (Nick
Robinson, visto in Jurassic World), figura
appena delineata, quasi esclusivamente in qualità di elemento scatenante degli
eventi.
Dicevamo, dunque, che
quello che a nostro avviso non funziona nella pellicola (ma sembra che per il
pubblico teen e youg adult non sia stato un problema) è l’eccessiva
mancanza di realismo. Pur trattandosi indubbiamente di un’opera di finzione, ci
sono alcune incongruenze nella trama, o addirittura intere scene non
plausibili, che, con tutta la sospensione di incredulità possibile, si fanno
proprio fatica ad accettare. A partire proprio dalla prorompente fisicità di Maddy, assolutamente inverosimile per una ragazza che in 18 anni
non è mai uscita da casa!
Per il resto
confermiamo che si tratta di un prodotto particolarmente adatto alla fascia
giovanile di pubblico. Dal 21 settembre al cinema.
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