I coniugi Valerie Faris e Jonathan Dayton, registi
del piccolo cult indipendente Little Miss
Sunshine (2006 – vincitore di 2 premi Oscar su 4 nomination), portano sul
grande schermo La battaglia dei sessi,
ovvero l’epico scontro, realmente verificatosi, tra Billie Jean King e Bobby
Riggs, un match che ha cambiato la storia del tennis, e non solo, perché ha
rappresentato una grande vittoria del femminismo e un punto di partenza per
ottenere la parità di diritti tra uomini e donne.
Nel 1973 la TV americana trasmise uno degli eventi
sportivi più attesi di tutti i tempi, con un seguito di 90 milioni di
spettatori in tutto il mondo: una partita di tennis fra la campionessa
del mondo Billie Jean King (Emma Stone) e l’ex campione e scommettitore seriale
Bobby Riggs (Steve Carell). L’evento, denominato La battaglia dei sessi, ebbe una grande risonanza in un periodo
caratterizzato dalla rivoluzione sessuale e dalla nascita del movimento per i
diritti delle donne.
Ma i due campioni rivali, King e Riggs, fuori dal campo,
erano impegnati a combattere battaglie personali ben più
complesse. King, donna estremamente riservata, non ambiva solo a ottenere
l’uguaglianza fra i sessi e uguale trattamento economico tra uomini e donne, ma
anche a comprendere la propria identità sessuale: sposata con Larry King
(Austin Stowell), Billie Jean intraprese,
infatti, un legame sentimentale con la parrucchiera Marilyn Barnett (Andrea
Riseborough). Riggs invece, che incarna una delle prime grandi celebrità
mediatiche auto prodotte e si autodefiniva il “porco maschilista”, lottava
segretamente contro il vizio del gioco d’azzardo, di cui la sua famiglia
e sua moglie Priscilla (Elisabeth Shue) avevano fatto le spese.
Insieme, Billie e Bobby offrirono uno spettacolo culturale che diede vita
ovunque a grandi dibattiti, lasciando un segno permanente.
I registi scelgono, a ragion veduta, di non
concentrarsi esclusivamente sul match che, al contrario, arriverà solo sul
finire della pellicola, ma danno ampio spazio al privato dei protagonisti e a
tutti gli eventi antecedenti che portarono a questa epica battaglia su un campo
da tennis, contestualizzando al meglio l’evento epocale.
Considerando che al giorno d’oggi, purtroppo, la
tanto auspicata parità tra i sessi è ancora un’utopia, questo film assume un’importanza
decisamente maggiore. Siamo negli anni ’70 ma alcune battute sembrano
decisamente attuali, sintomo che la strada da fare è ancora molta. Eppure questo
scontro sportivo ha dato un enorme contributo, considerato anche l’elevato
impatto mediatico.
L’approccio utilizzato da Dayton e Faris è abbastanza
didascalico, tipico dei biopic, e non manca una leggera punta di retorica,
specie nel finale, probabilmente fisiologica dato l’argomento trattato. Ciò nonostante
La battaglia dei sessi scorre in
maniera davvero gradevole grazie ad una trama coinvolgente, ben scritta e sempre
sui toni della commedia piuttosto che del dramma.
In realtà a trainare la pellicola sono
principalmente le intense e straordinarie interpretazioni dei due protagonisti,
entrambi in parte e in forma strepitosa. Emma Stone (Oscar per La La Land), protagonista anche di una
non indifferente trasformazione fisica, si mette alla prova con un ruolo
particolarmente sfaccettato, incarnando alla perfezione Billie Jane King, sia
nei turbamenti della sfera privata che nell’incredibile grinta messa nel
tennis, suo grande amore. Steve Carell, nel ruolo dello sbruffone Bobby Riggs,
è addirittura superlativo, dimostrando ancora una volta il suo enorme talento. E
la sua somiglianza col vero protagonista è impressionante. Buone e credibili anche
le interpretazioni dei coprotagonisti: ai già citati Andrea Riseborough, Elisabeth
Shue ed Austin Stowell, vanno aggiunti Sarah Silverman, Alan Cumming, Natalie
Morales, Bill Pullman e Jessica McNamee.
Dal punto di vista tecnico La battaglia dei sessi è un film molto curato. In particolare i
costumi di Mary Zophres e la fotografia del premio Oscar Linus Sandgren (La La Land) trasportano immediatamente
negli anni ’70. Il montaggio e le musiche contribuiscono a dare un ritmo scorrevole. Anche la parte prettamente tennistica, relativa al match vero
e proprio, notoriamente difficile da proporre sul grande schermo, è stata
realizzata nel miglior modo possibile.
La
battaglia dei sessi, nelle nostre sale dal 19 ottobre, è un
piacevole film biografico – sportivo che merita di essere visto per l’argomento
trattato, per l’ottima resa, e per le impeccabili interpretazioni dei due
protagonisti.
Nessun commento:
Posta un commento