lunedì 23 ottobre 2017

"La battaglia dei sessi": una partita di tennis che ha fatto la storia

di Silvia Sottile




I coniugi Valerie Faris e Jonathan Dayton, registi del piccolo cult indipendente Little Miss Sunshine (2006 – vincitore di 2 premi Oscar su 4 nomination), portano sul grande schermo La battaglia dei sessi, ovvero l’epico scontro, realmente verificatosi, tra Billie Jean King e Bobby Riggs, un match che ha cambiato la storia del tennis, e non solo, perché ha rappresentato una grande vittoria del femminismo e un punto di partenza per ottenere la parità di diritti tra uomini e donne.

Nel 1973 la TV americana trasmise uno degli eventi sportivi più attesi di tutti i tempi,  con un seguito di 90 milioni di spettatori in tutto il mondo: una partita di tennis  fra la campionessa del mondo Billie Jean King (Emma Stone) e l’ex campione e scommettitore seriale Bobby Riggs (Steve Carell). L’evento, denominato La battaglia dei sessi, ebbe una grande risonanza in un periodo caratterizzato dalla rivoluzione sessuale e dalla nascita del movimento per i diritti delle donne. 


Ma i due campioni rivali, King e Riggs, fuori dal campo, erano  impegnati a combattere battaglie  personali  ben più complesse.  King, donna estremamente riservata, non ambiva solo a ottenere l’uguaglianza fra i sessi e uguale trattamento economico tra uomini e donne, ma anche a comprendere la propria identità sessuale: sposata con Larry King (Austin Stowell), Billie Jean  intraprese, infatti, un legame sentimentale con la parrucchiera Marilyn Barnett (Andrea Riseborough).  Riggs invece, che incarna una delle prime grandi celebrità mediatiche auto prodotte e si autodefiniva il “porco maschilista”, lottava segretamente contro il vizio del gioco d’azzardo, di cui la sua famiglia e  sua moglie Priscilla (Elisabeth Shue) avevano fatto le spese. Insieme,  Billie e Bobby offrirono uno spettacolo culturale che diede vita ovunque a grandi dibattiti, lasciando un segno permanente.

I registi scelgono, a ragion veduta, di non concentrarsi esclusivamente sul match che, al contrario, arriverà solo sul finire della pellicola, ma danno ampio spazio al privato dei protagonisti e a tutti gli eventi antecedenti che portarono a questa epica battaglia su un campo da tennis, contestualizzando al meglio l’evento epocale. 


Considerando che al giorno d’oggi, purtroppo, la tanto auspicata parità tra i sessi è ancora un’utopia, questo film assume un’importanza decisamente maggiore. Siamo negli anni ’70 ma alcune battute sembrano decisamente attuali, sintomo che la strada da fare è ancora molta. Eppure questo scontro sportivo ha dato un enorme contributo, considerato anche l’elevato impatto mediatico. 

L’approccio utilizzato da Dayton e Faris è abbastanza didascalico, tipico dei biopic, e non manca una leggera punta di retorica, specie nel finale, probabilmente fisiologica dato l’argomento trattato. Ciò nonostante La battaglia dei sessi scorre in maniera davvero gradevole grazie ad una trama coinvolgente, ben scritta e sempre sui toni della commedia piuttosto che del dramma.


In realtà a trainare la pellicola sono principalmente le intense e straordinarie interpretazioni dei due protagonisti, entrambi in parte e in forma strepitosa. Emma Stone (Oscar per La La Land), protagonista anche di una non indifferente trasformazione fisica, si mette alla prova con un ruolo particolarmente sfaccettato, incarnando alla perfezione Billie Jane King, sia nei turbamenti della sfera privata che nell’incredibile grinta messa nel tennis, suo grande amore. Steve Carell, nel ruolo dello sbruffone Bobby Riggs, è addirittura superlativo, dimostrando ancora una volta il suo enorme talento. E la sua somiglianza col vero protagonista è impressionante. Buone e credibili anche le interpretazioni dei coprotagonisti: ai già citati Andrea Riseborough, Elisabeth Shue ed Austin Stowell, vanno aggiunti Sarah Silverman, Alan Cumming, Natalie Morales, Bill Pullman e Jessica McNamee.


Dal punto di vista tecnico La battaglia dei sessi è un film molto curato. In particolare i costumi di Mary Zophres e la fotografia del premio Oscar Linus Sandgren (La La Land) trasportano immediatamente negli anni ’70. Il montaggio e le musiche contribuiscono a dare un ritmo scorrevole. Anche la parte prettamente tennistica, relativa al match vero e proprio, notoriamente difficile da proporre sul grande schermo, è stata realizzata nel miglior modo possibile. 

La battaglia dei sessi, nelle nostre sale dal 19 ottobre, è un piacevole film biografico – sportivo che merita di essere visto per l’argomento trattato, per l’ottima resa, e per le impeccabili interpretazioni dei due protagonisti.

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