Tony Webster è quello che si definisce un "uomo
medio". Settantenne, divorziato, senza particolari talenti, possiede un
negozietto che vende macchine fotografiche vintage e ha una figlia che sta per
partorire. Un giorno, l'uomo riceve la lettera di uno studio notarile che lo
informa che la madre di Veronica, una sua ex fiamma dei tempi del liceo, gli ha
lasciato in eredità un diario. Il passato torna, così, ad affacciarsi nella sua
vita e lo spingerà a imbattersi in una verità molto diversa da quella che
ricordava.
Tratto dal romanzo breve Il senso di una fine, vincitore del Booker Prize e scritto dal
talentuoso autore inglese Julian Barnes, L'altra
metà della storia è diretto da Ritesh Batra, regista dell'acuto Lunchbox e del recentissimo Our souls at night, qui alle prese con
un'opera nostalgica e profonda sul senso del passato.
Una misteriosa lettera mette, infatti, in crisi la
vita placida ed egoistica del protagonista Tony, costretto a rivivere episodi
di un passato lontano e chiuso bruscamente nei cassetti polverosi dei ricordi.
Diversamente dal libro di Barnes, che utilizza Tony
come narratore della storia, Batra sceglie di alternare passato e presente,
inframmezzando la narrazione della quotidianità di Tony con continui flashback
che fanno luce sul suo passato giovanile. Così, si costruisce
gradualmente, attraverso i racconti di Tony alla sua ex moglie Margaret, una
vicenda fatta di amore, tormento, fragilità, dolore.
Batra non eccede mai nel tragico o nel melodrammatico,
utilizzando piuttosto uno stile misurato e delicato, per descrivere le ferite
del cuore, i sensi di colpa, le inconfessate verità, i cambiamenti.
E affida a Jim Broadbent, uno dei migliori
caratteristi del cinema britannico, il ruolo di un uomo testardo, bisbetico,
isolato, che si riapre alla vita, solo quando scopre che una sua reazione del
passato ha avuto conseguenze irreversibili sulla vita di persone a cui era
molto legato. Ma meravigliosa, al solito, è anche Charlotte Rampling, che
crea, col volto e con il linguaggio corporeo, un personaggio di grandi dignità
e intensità. Accanto a loro, spiccano anche gli ottimi comprimari Harriet
Walter, Michelle Dockery e Emily Mortimer.
Attraverso un intreccio costruito come in un giallo,
in cui, come nel romanzo d'origine, non proprio tutto viene
volutamente svelato, Batra medita sugli inganni del tempo e della memoria:
siamo sicuri che certe cose siano realmente accadute, o forse è solo il modo in
cui ce le ricordiamo e ce le raccontiamo? Ma riflette anche su fughe e rinunce,
su mediocrità acconciata ad eroismo, su paure e sconfitte brucianti quanto
vigliaccamente eluse, su bilanci di vita e perdoni possibili.
Dal 12 ottobre al cinema.
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