Spazio del Racconto
rassegna di drammaturgia contemporanea 2017/2018
III edizione
dal
giovedì al sabato ore 20.00; domenica ore 18.45
26
– 29 ottobre 2017
Khora Teatro
di Valentina Diana
regia Vinicio Marchioni
con Marco Vergani
costumi Fujiko Hishikaua
disegno luci Andrea Burgaretta
supervisione artistica Milena Mancini
www.khorateatro.it
“Come fai quando una cosa fa paura a
tutti, non la vuole nessuno e tutti ne hanno paura?
come fai a venderla? Semplice – dice il nano – basta renderla desiderabile”.
come fai a venderla? Semplice – dice il nano – basta renderla desiderabile”.
"L'idea di scrivere sulla morte, di trovare
un punto dal quale poter guardare ad essa senza soggezione mi affascinava. Mi
sembrava utile poter indagare su ciò che la morte rappresenta per noi, noi di
qua, occidentali intendo, come atto finale, ultimo, quasi teleologico, ma allo
stesso tempo anche come oggetto esorcizzato, che non contiene futuro ma solo
presente (un presente che non promette nulla di buono, per altro). Su questo
ragiono: ci agitiamo in un mondo fondato su questi due pilastri che sono
l'azione (fare, facciamo, ho fatto, farò) e il denaro (ho guadagnato,
guadagnerò o non guadagnerò, eccetera), tutte le altre cose vengono come
conseguenza. Ossia: se faccio, se guadagno, allora poi. E questi due pilastri
(che poi non so perché li chiamo pilastri, ma visivamente mi viene così)
entrambi si fondano sul tempo; infatti cosa facciamo in generale nella vita?
Facciamo azioni ed ipotechiamo tempo. In ogni caso, trattando la morte
come una circostanza che genera un bisogno (vestizione, bara, funerale),
esattamente come nel caso in cui qualcuno senta sete, o fame, o si annoi o
resti senza benzina, è con tale bisogno che ci si deve confrontare se si
desidera guadagnarci qualcosa. E’ noto a tutti (quasi), che bisogno generi
domanda, domanda generi offerta e offerta generi profitto. Tutto sta a capire
come. Come trarre il maggior profitto possibile da questo della morte che
normalmente è un ambito delicato e addirittura sacro, del quale non si parla
volentieri? Mi pare estremamente interessante lavorare su queste due cose che
fanno a pugni: il profitto e l’estremità assoluta, panica, dell’atto del
morire. Come fai quando una cosa fa paura a tutti, non la vuole nessuno e
tutti ne hanno paura? come fai a venderla? Semplice – dice il nano – basta
renderla desiderabile. E’ andata così, che mettere insieme, uno vicino
all’altro, il fatto tragico e mistico anche, della morte, con il lavorio
trucido del trar profitto da tutto, non so, mi piaceva, per contrasto. I
contrasti, son fatta così, mi danno l’idea che ci sia sotto qualcosa di vivo,
appunto, una verità che c’è e non c’è, e che mostrarlo sia poetico". Valentina
Diana
Note di regia
La morte è un argomento scomodo. Non ne parliamo mai a cena o durante i
nostri aperitivi social. La nostra società sembra lavorare alacremente per
allontanare il pensiero della morte dalle nostre vite. La nostra società ci
spinge a consumare, a comprare, e a lavorare per poter mantenere quello che
abbiamo comprato e per comprare ancora. Come si fa allora a vendere la
cosa di cui non si deve e non si può parlare, a cui non bisogna pensare? Come
si fa a vendere la morte? Renato Cane sta per morire. Ce lo dice subito. E
ci fa ridere. Un uomo qualunque scopre di avere un tumore e la sua vita
precipita. Entra in una assurda agenzia di pompe funebri dove promettono di
vendere l’eternità. Le pitture schiacciate che una bimba gli vende saranno la
sua unica consolazione. Poi un colpo di scena, che non allevierà la solitudine
in cui precipita grottescamente. Renato Cane è un uomo qualunque che ci
racconta la sua storia. Forse è un pretesto per farci delle domande, le
stesse che gli vengono poste dall’assurdo responsabile delle pompe funebri
“Trombe del Signore”:
Tu credi, Cane?
Che cos’è lo spirito, Cane?
Ti piace la tua vita, Cane?
Sei proprio sicuro, Cane, che vivere sia meglio che morire?
Qual è la cosa che ti piace fare di più nella vita, Cane?
Forse la malattia stessa del Signor Cane è solo un pretesto per parlare di quanto il consumismo, la pubblicità, i soldi, ci mangino la vita. Ed è attraverso un altro pretesto, quello della finzione scenica del monologo teatrale, che grazie a Renato Cane anche noi siamo obbligati a riflettere su queste domande.
Mentre ridiamo del nostro protagonista, mentre proviamo compassione (patiamo assieme a lui) per un Cane qualsiasi.
Perché bisogna essere leggeri per fare domande del genere, per riflettere su questi argomenti, perché ogni tanto fa bene farlo. Ma bisogna poterne ridere. Ridere di un Renato Cane qualunque che muore. E’ una storia assurda, grottesca, la sua. Che muore da solo, come un cane appunto. Come tutti noi, per quanto duro da accettare, prima o poi. Allora tanto vale riderne e, grazie al teatro, riscoprire che tutti siamo dei potenziali Renato Cane, e magari uscire dopo un’ora un po' più felici e sollevati per la vita che ci è concessa. Vinicio Marchioni
Tu credi, Cane?
Che cos’è lo spirito, Cane?
Ti piace la tua vita, Cane?
Sei proprio sicuro, Cane, che vivere sia meglio che morire?
Qual è la cosa che ti piace fare di più nella vita, Cane?
Forse la malattia stessa del Signor Cane è solo un pretesto per parlare di quanto il consumismo, la pubblicità, i soldi, ci mangino la vita. Ed è attraverso un altro pretesto, quello della finzione scenica del monologo teatrale, che grazie a Renato Cane anche noi siamo obbligati a riflettere su queste domande.
Mentre ridiamo del nostro protagonista, mentre proviamo compassione (patiamo assieme a lui) per un Cane qualsiasi.
Perché bisogna essere leggeri per fare domande del genere, per riflettere su questi argomenti, perché ogni tanto fa bene farlo. Ma bisogna poterne ridere. Ridere di un Renato Cane qualunque che muore. E’ una storia assurda, grottesca, la sua. Che muore da solo, come un cane appunto. Come tutti noi, per quanto duro da accettare, prima o poi. Allora tanto vale riderne e, grazie al teatro, riscoprire che tutti siamo dei potenziali Renato Cane, e magari uscire dopo un’ora un po' più felici e sollevati per la vita che ci è concessa. Vinicio Marchioni
Marco Vergani dopo la laurea
Specialistica in Arti e Scienze dello Spettacolo presso La Sapienza di Roma,
frequenta numerosi corsi di perfezionamento per attori come Drama in Scena,
Ecole des Maitres con Giancarlo Cobelli, Centro teatrale Santacristina, diretto
da Luca Ronconi. In teatro ha interpretato Edoardo II di Andrea Baracco,
Falstaff di Andrea De Rosa, Becket in camera da letto di Giancarlo Sepe,
Macbeth di Andrea De Rosa, A Bocca Piena (Napoli Teatro Festival) di Emanuela
Giordano, Ubu Roi di Roberto Latini, Processo a Gesù di Maurizio Panici,
Dracula di Sandro Mabellini, Al mercato di A. R. Shammah, Lulù di A. R.
Shammah, Hameline di Manuela Cherubini (premio UBU 2008/09 come migliore novità
straniera), Nel bosco degli spiriti di Luca Ronconi, Il ventaglio di Luca
Ronconi, Lo specchio del diavolo di Luca Ronconi, Troilo e Cressida di Luca
Ronconi, Woyzech di Giancarlo Cobelli e tanti altri.
Valentina Diana è nata a Torino
nel 1968. Lavora in teatro come attrice e drammaturga. Per il teatro ha
scritto: Fratelli, Ricordati di ricordare cosa? (Premio nazionale di
drammaturgia contemporanea Il centro del discorso 2009), La bicicletta rossa
(Premio Eolo Awards 2013 per la drammaturgia), Swan,La comitragedia spaziale,
Senza Voce - Storia di Ciccilla, La palestra della felicità, Opera Nazionale
Combattenti. Come scrittrice ha pubblicato Smamma (Einaudi 2014) e Mariti o Le
imperfezioni di Gi (Einaudi 2015).
Vinicio Marchioni, diplomato come Attore
nel 2000 presso la Libera Accademia dello Spettacolo di Roma, e ha debuttato
nel 1995 in teatro, dove vanta un ricco curriculum. Nel 2005 ha studiato con
Luca Ronconi presso il Centro Santa Cristina. Frequenta la facoltà di Lettere
indirizzo Spettacolo dell'Università La Sapienza seguendo la sua passione per
la scrittura, per poi dedicarsi completamente al teatro. Del 2008 è la sua
partecipazione, nel ruolo de Il Freddo, nella fortunata serie televisiva Romanzo
criminale (2008-2010), diretta da Stefano Sollima, ispirata alla vera storia
della cosiddetta Banda della Magliana. Nel 2009 debutta sul grande schermo con
Feisbum! Il film, pellicola in otto episodi ispirata al social network
Facebook. Nello stesso anno gira da protagonista, il film 20 sigarette, tratto
dal libro Venti sigarette a Nassiriya, scritto da Aureliano Amadei, uno dei
superstiti della strage di Nassiriya del 2003 e regista del film. A settembre
il film viene presentato alla 67ª Mostra Internazionale d'arte cinematografica
di Venezia nella sezione Controcampo Italiano, di cui vince il premio e una
menzione speciale è dedicata a Marchioni per la prova d'attore. Nel 2011, per
la sua interpretazione in 20 sigarette, ottiene una candidatura come miglior
attore protagonista ai David di Donatello 2011.
BRANCACCINO
Via Mecenate 2, Roma - www.teatrobrancaccio.it
Via Mecenate 2, Roma - www.teatrobrancaccio.it
Biglietto: 14,00 € + 1,50 € d. p.
card open 5 ingressi: 55 €
Prevendita su Ticketone.it e presso i punti vendita
tradizionali
BOTTEGHINO DEL TEATRO BRANCACCIO
Via Merulana, 244 | tel 06 80687231 | botteghino@teatrobrancaccio.it
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