mercoledì 8 novembre 2017

"Malarazza": periferia senza speranza

di Silvia Sottile




Malarazza – Una storia di periferia, nelle nostre sale dal 9 novembre distribuito da Mariposa Cinematografica,  è l’opera seconda del regista Giovanni Virgilio. Si tratta di un film indipendente e coraggioso,  ambientato a Catania tra Librino (disagiato sobborgo) e San Berillo (degradato quartiere centrale).

Rosaria (Stella Egitto) è una giovane madre, moglie di Tommasino Malarazza (David Coco), boss in declino del quartiere di Librino. Maltrattata e umiliata dal marito, Rosaria sogna un futuro migliore per il figlio Antonino (Antonino Frasca Spada) ma può contare solo sull’aiuto di suo fratello Franco (Paolo Briguglia), a sua volta un emarginato perché travestito che si prostituisce nel quartiere di San Berillo. Sono tutti vittime di un sistema di potere malavitoso rappresentato dal boss Pietro (Cosimo Coltraro), detto U Porcu. Per queste tragiche esistenze non sembra esserci speranza di riscatto sociale: la libertà non è mai facile da ottenere.


Malarazza è un film che parla di periferia, non solo quella siciliana. Rosaria e suo figlio, infatti, divengono metafore di tutte quelle vite che abitano i quartieri periferici più degradati e mortificati, completamente dimenticati dal nostro Paese. La periferia come simbolo di sogni di gioventù traditi e trappole dalle quali, troppo spesso, diventa impossibile liberarsi.


Senza edulcorare la realtà e senza glorificare né mitizzare i criminali (come troppo spesso accade nelle serie televisive), Virgilio restituisce un’immagine tristemente vera, nella sua crudezza, della periferia catanese. Un pugno nello stomaco.  E in conferenza stampa ci spiega anche le sue motivazioni e il messaggio che vuole dare con questo film: “L’era dei gattopardi – ‘cambiare tutto per non cambiare niente’ – deve finire! Sono stanco di opere buoniste. Voglio che la gente rifletta sulla realtà. Credo sia meglio sbattere in faccia la realtà. Perché loro vogliono cambiare ma hanno bisogno di aiuto. Far vedere la dura realtà può aiutare. Così magari poi la prossima volta la gente aiuta. I cambiamenti nelle periferie sono difficili, bisogna stare vicino ai giovani. Negli ultimi 10 anni ci sono stati dei miglioramenti. Si vede uno sforzo, anche se è difficile”.

Straordinaria la prova di Stella Egitto. La giovane attrice siciliana dimostra tutto il suo talento nell’interpretare con intensità il ruolo forte di una donna, una madre, che ha dovuto subire ogni tipo di violenza da parte del marito, da quella fisica a quella psicologica, vedendosi privata del lavoro, dello studio, del figlio… e che prova, con immensa difficoltà, a trovare il coraggio di reagire: “Ho avuto un impatto particolare con questa realtà durante le riprese. Ho conosciuto quartieri dove si diventa mamme a 16 anni. Ho respirato violenza in questo mese perché mi sono lasciata attraversare dalla realtà del quartiere. Rosaria deve alzare la testa per respirare aria e non acqua. Mi ha aiutata molto Lucia Sardo, che ha interpretato la madre di Peppino Impastato ne ‘I cento passi’, ad entrare nel personaggio e la sera pulirsi emotivamente”.


Ottimo anche Paolo Briguglia, nel complesso ruolo di un travestito. L’attore palermitano ammette le difficoltà iniziali: “Dovevo capire come rendere credibile un personaggio così difficile senza trasformarlo in una caricatura. Ho parlato con molti trans che mi hanno raccontato le loro vite, anche emotive, il loro passato, perché io li ascoltavo senza pregiudizi. Ho tenuto in mente anche il personaggio di Jared Leto in ‘Dallas Buyers Club’ però poi ho lavorato molto sul mio personaggio, sul mio corpo e sui movimenti per trasformarmi”.

In questo ritratto di un’umanità disperata, la colonna sonora, composta da Giuliano Fondacaro, gioca un ruolo fondamentale. Il mix di generi che va dal rap al neomelodico (la musica più ascoltata nelle periferie di Catania) accompagna in maniera impeccabile il ritmo della narrazione. Da segnalare la partecipazione di Arisa che canta per la prima volta in portoghese il brano O pensamento de você.

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