Dopo il successo ottenuto con Perfetti Sconosciuti (2016), pellicola che ha messo d’accordo
pubblico e critica, Paolo Genovese torna al cinema con The Place, un altro film corale, affidandosi ad ottimi interpreti
italiani: Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Alba Rohrwacher, Vittoria
Puccini, Rocco Papaleo, Silvio Muccino, Silvia D’Amico, Vinicio Marchioni,
Alessandro Borghi, Sabrina Ferilli e Giulia Lazzarini.
Un misterioso uomo (Valerio Mastandrea) siede sempre
allo stesso tavolo di un ristorante, pronto a esaudire i più grandi
desideri di otto visitatori, in cambio di compiti da svolgere. Sta sempre
lì, giorno e notte, riceve visite di continuo. Ognuno dei suoi clienti vuole
qualcosa, è spinto da un desiderio profondo, un desiderio difficile da
realizzare, se non impossibile. Eppure…tutto per quell’uomo sembra possibile.
“Si può fare”, ripete a ciascuno. C’è un prezzo da pagare, però. Quanto saranno
disposti a spingersi oltre i protagonisti per realizzare i loro desideri?
Chi è quell’uomo e chi stabilisce le regole? Non è
importante. Perché le scelte e le conseguenze riguardano solo gli uomini che si
siedono davanti a lui in quel caffè, sta a loro definire cosa è il bene e cosa
è il male, completamente liberi di scegliere la loro strada. Sono quegli uomini
bisognosi di miracoli che, di volta in volta, tornano a raccontare come procede
la loro vita tessendo una trama in cui le loro storie s’intrecciano, si
complicano e si fanno sempre più tese, magnifiche o terribili, tragiche o piene
di poesia. E nemmeno quell’umile intermediario, davanti a tanta umanità,
riuscirà più a rimanere impassibile…
Ispirato alla serie tv americana The Booth at the End, di cui si può
considerare l’adattamento cinematografico, The
Place purtroppo delude le aspettative. Ambientato in un unico luogo, in
questo bar/ristorante che si chiama, appunto, “The Place” (quasi un non luogo,
in realtà), il film non segue le vicende dei vari protagonisti ma solo i dialoghi tra i vari personaggi (che riferiscono le loro scelte e le loro
vite) e l’uomo misterioso. Alla lunga, l’impianto eccessivamente teatrale,
stanca, annoia. E il ritmo compassato non aiuta.
Senza dubbio l’interpretazione di Valerio Mastandrea,
protagonista indiscusso, è straordinaria, e non sono da meno gli altri attori
che ruotano intorno al suo tavolo. Però The
Place non brilla, manca quel guizzo che avrebbe potuto fare la differenza.
Lo spunto, in realtà, per quanto non originale, è decisamente
interessante. Consente infatti di
indagare l’animo umano e fa riflettere su cosa si è disposti a fare per
ottenere ciò che si vuole, assottigliando la già impalpabile linea di confine
tra bene e male. Ciò che ci ha maggiormente infastidito, invece, è quell’aura
surreale non ben definita: il dubbio sull’identità umana, divina o diabolica
dell’uomo misterioso, invece di affascinare, ha l'effetto opposto, fa innervosire.
The
Place è nelle nostre sale dal 9 novembre.
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