Dopo campioni del calibro di Gattuso,
Castrogiovanni, Galanda, Cacciatori e Vinci, il 5 dicembre al Teatro Brancaccio
è il turno di PAOLO DI CANIO e SIMONE MORO intervistati da Marco Mazzocchi per il terzo
appuntamento della rassegna "SPORT
tra EPICA ed … ETICA".
Le emozioni, il sacrificio e le gioie dei
grandi successi, ma anche spazio ai segreti della loro carriera e alle domande
del pubblico. Una rassegna che si avvale dell'ausilio di immagini e video
tratti dall'immenso archivio multimediale di Rai Sport, in cui il
pubblico partecipa interagendo con gli sportivi, condividendo emozioni e
ponendo domande dirette.
A completamento della natura degli eventi,
i protagonisti sportivi dell'incontro scelgono un'organizzazione no-profit alla
quale devolvere parte dell'incasso .
PAOLO DI CANIO
«Io sono cambiato e non da ieri... ma certe etichette
non me le toglierò mai, ne sono consapevole. Ho detto che sono pentito di tante
cose, non che nella mia vita sono stato un santo». CORRIERE DELLA SERA
SIMONE MORO
«Nel 1997, con Anatoli Boukreev, salimmo
sull’Annapurna senza radio, telefoni e satellite, con il solo accordo che
l’elicottero venisse a prenderci dopo due mesi. Successe una tragedia: travolti
da una valanga, mi salvai solo io. Alla spedizione successiva ero in diretta
radiofonica e corsi gli stessi pericoli, ma non accadde nulla. La differenza?
Con la tecnologia, se muori, muori in diretta». PANORAMA
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