venerdì 9 febbraio 2018

"Cinquanta sfumature di rosso": il capitolo conclusivo

di Silvia Sottile




Giunge finalmente alla conclusione (almeno ci auguriamo che sia così) la saga soft-erotica di Cinquanta Sfumature, nata dalla penna della scrittrice E.L. James, che ha avuto un inaudito e incomprensibile successo di pubblico, accompagnato però da pessime critiche e recensioni.

Il passaggio dalla carta al grande schermo, avvenuto nel 2015 con Cinquanta sfumature di grigio, diretto da Sam Taylor-Johnson, poi proseguito nel 2017 con Cinquanta sfumature di nero che ha visto cimentarsi alla regia James Foley, più propenso a sottostare ai desideri dell’autrice (co-sceneggiatrice insieme al marito Niall Leonard), si conclude con Cinquanta sfumature di rosso, nuovamente diretto James Foley che l’ha girato contemporaneamente al precedente.

Già il materiale di partenza era particolarmente scadente, ma l’adattamento cinematografico supera ogni immaginazione, in negativo naturalmente, tanto da trasformarsi in un prodotto involontariamente comico, perfetto per una serata trash.


La trama è inconsistente, poco più che un pretesto per inserire scene erotiche (in realtà non particolarmente trasgressive in quest’ultimo episodio, tanto da apparire persino noiose), senza soluzione di continuità e senza neanche provare a darne una giustificazione a livello di scrittura. La sceneggiatura, infatti, imbarazzante nella sua banalità, fa acqua da tutte le parti, piena di buchi e incoerenze, ma a grandi linee racconta il coronamento della storia d’amore tra l'ingenua (nel primo capitolo) Anastasia Steele (Dakota Johnson) e il multimiliardario affascinante e perverso Christian Grey (Jamie Dornan).

La pellicola si apre proprio col matrimonio tra i due e con la romantica luna di miele in Costa Azzurra, tra ostentazioni di lusso e ricchezza con in sottofondo canzoni da rom-com. Ma la felicità della coppia è minacciata dall’ex capo di Ana, Jack Hyde (Eric Johnson), intenzionato a vendicarsi. Ovviamente l’inserimento della trama thriller ha dell’assurdo, mancando anche la benché minima capacità di costruire la giusta tensione, però serve a regalare la battuta più esilarante dell’intero film, sempre restando naturalmente in tema di comicità trash. 


Tra una corsa in auto, banali screzi di coppia, gravidanze inattese, sesso nella stanza rossa (ma anche un po’ ovunque), Cinquanta sfumature di rosso si rivela in tutta la sua mediocrità, dalla regia piatta, alla caratterizzazione inesistente dei due personaggi. Non classificabile l’interpretazione di Jamie Dornan (che invece nella serie The Fall ha dato prova delle sue capacità recitative) e di Dakota Johnson, la cui partecipazione a questo progetto ha indubbiamente dato notorietà ma, a nostro avviso, rischia di compromettere, almeno in parte, le prospettive di carriera.

Il risultato finale è dunque desolante, scadente, imbarazzante. Ma il risvolto involontariamente comico e trash può quasi dargli un’opportunità.

Dall’8 febbraio al cinema con Universal Pictures.

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