Egitto, 2011. Alcune settimane
prima della rivoluzione. Noredin, ufficiale di polizia nel corrotto sistema del
Cairo, indaga sull’omicidio di una cantante al Nile Hilton. Quando scopre il
coinvolgimento dei vertici del potere egiziano, Noredin cambia posizione e si
schiera dalla parte di chi è indifeso contro esso.
Omicidio al Cairo di Tarik Saleh (regista svedese), nelle nostre
sale dal 22 febbraio, distribuito da Movies Inspired, è un thriller politico
basato su una storia vera. Un avvincente noir che diviene film di denuncia di
un sitema corrotto. Per noi italiani è impossibile non pensare all'omicidio di Giulio Regeni.
SINOSSI
Noredin, ufficiale di polizia mediocre e corrotto,
percorre le strade affollate del Cairo a bordo dell’auto d’ordinanza guidata
dal collega Momo. Il mercato di strada ingombra i marciapiedi, una luce
verdognola illumina debolmente le merci: profumi e marchi falsi. I venditori
salutano il lento passare della pattuglia, alcune persone si avvicinano al
finestrino dell’auto sperando che le loro lamentele siano ascoltate. Noredin fa
il giro accettando offerte. Queste sono le sue strade. E quello è un racket di
protezione - le tangenti difendono gli ambulanti dagli attacchi della stessa
polizia. Gangster in uniforme.
Nella vicina Piazza Tahrir immensi manifesti
mostrano star del cinema, cantanti e il presidente Hosni Mubarak che
risplendono di bianco contro il cielo giallo scuro. E là si staglia la
struttura colossale del NILE HILTON, più un monumento che un hotel, con
un’insegna al neon blu che ne scandisce in corsivo le lettere.
All’interno dell’hotel, Salwa, 19 anni, una delle
tante persone invisibili del Cairo, sudanese senza documenti che lavora nel
reparto di pulizia, sta manovrando il carrello lungo i corridoi. È mattino
presto e sente un uomo e una donna litigare ad alta voce in una stanza. La
porta si apre e un uomo lascia la camera, giocherellando con la fibbia del suo
Rolex. “Hai promesso!”, gli urla prima che la porta si chiuda dietro di lui.
Gli occhi dell’uomo incontrano quelli di Salwa, poi lo sconosciuto distoglie lo
sguardo. Noredin arriva all’hotel. Lalena, celebre cantante, è stata
brutalmente uccisa. Rovistando tra le ricevute della donna, il poliziotto si
sofferma su una di esse - lo scontrino di uno studio fotografico.
Risulta che uno degli uomini d’affari più potenti
dell’Egitto, Hatem Shafiq, potrebbe essere implicato nell’omicidio. Come amico
personale del presidente e come membro del parlamento, Shafiq, che appartiene a
un gruppo chiamato “Gli Intoccabili”, gode dell’immunità. Quello che all’inizio
sembrava essere un crimine passionale si trasforma in qualcosa che riguarda la
più alta cerchia del potere egiziano.
Piccole proteste hanno iniziato a manifestarsi in
diverse zone del Cairo, ma per il momento le forze governative mantengono il
controllo della situazione. Costretta a lasciare il lavoro, Salwa decide di
approfittare di quanto sta accadendo e trovare un modo per fuggire dalla
povertà ricattando Shafiq. Si innesca così un gioco sanguinario nel tentativo
di insabbiare il caso, mentre all’esterno la tensione sociale e politica
cresce: la polizia si scontra con la folla e la rivoluzione raggiunge il
culmine. Le strade sono piene di gente che sfida il coprifuoco. Quando Noredin
sceglie di spezzare le regole per ottenere giustizia, entra in conflitto non
solo con il sistema, ma anche con se stesso.
E' un film davvero avvincente!
RispondiEliminahttps://vengonofuoridallefottutepareti.wordpress.com/2018/04/09/the-nile-hilton-incident-bello-cattivo/
Sì, molto! Ps: grazie per il commento e per il link ;-)
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