Dopo lo splendido Sully (2016), interpretato da uno straordinario Tom Hanks, Clint
Eastwood con Ore 15:17 – Attacco al treno
torna a parlare di eroi americani, esagerando però con la retorica – che già
aveva abbondantemente pervaso American
Sniper (2014) – e questa volta il risultato cinematografico è davvero
deludente.
Il film racconta la vera storia di tre ragazzi (Anthony
Sadler, Alek Skarlatos e Spencer Stone, interpretati da loro stessi) le cui
gesta li hanno resi degli eroi.
Nelle prime ore della sera del 21 agosto del 2015,
il mondo ha assistito stupefatto alla notizia divulgata dai media, di un
tentato attacco terroristico sul treno Thalys 9364 diretto a Parigi, sventato
da tre coraggiosi giovani americani in viaggio in Europa.
Ore
15:17 - Attacco al treno ripercorre le vite di questi tre amici, dai
problemi dell'infanzia, alla ricerca del loro posto nel mondo, fino alla serie
di sfortunati eventi che hanno preceduto l'attacco. Durante quell'esperienza che
li ha messi a dura prova, la loro amicizia non ha mai vacillato, diventando la
loro arma più potente che ha consentito loro di salvare le vite di oltre 500
passeggeri presenti a bordo.
L’eroico trio è formato dallo studente Anthony
Sadler, da Alek Skarlatos, membro della Guardia Nazionale dell’Oregon e da
Spencer Stone, membro dell’Air Force statunitense, che nel film interpretano
loro stessi. Clint Eastwood sceglie, dunque, la strada dell’estremo realismo,
quasi documentaristico, in una commistione con la finzione cinematografica (le
attrici Judy Greer e Jenna Fisher interpretano le madri di Stone e Skarlatos). Scelta
che non convince e rende la pellicola un ibrido non ben delineato: né un documentario (forse sarebbe stato
preferibile seguire totalmente questa strada), né cinema.
In realtà, per quanto non particolarmente brillanti,
i tre ragazzi, per non essere attori professionisti, non se la cavano neanche
così male. Ciò che delude è proprio la costruzione della pellicola che parte da
una sceneggiatura povera, debole, che non riesce a creare la giusta tensione. Privo
di un avvincente ritmo narrativo, il film relega ai soli minuti finali (e ad alcuni
brevi flash iniziali, probabilmente le sequenze migliori) l’episodio clou dello
sventato attacco terroristico. Ed è un peccato, perché si tratta sicuramente
della parte più riuscita che avrebbe meritato molto più spazio per
sprigionare tutto il suo potenziale drammatico. Troppo spazio viene invece dedicato
al racconto della vita dei tre ragazzi (focalizzandosi principalmente su Stone, una sorta di "predestinato"),
dall’infanzia a scuola, alla scelta di arruolarsi, fino a quella che a nostro
avviso è la parte decisamente peggiore, la vacanza in Europa, tra Italia,
Olanda e Germania, infarcita di cliché, incontri e dialoghi inutili e
una quantità esagerata di selfie, oltretutto girata come fosse un filmino
amatoriale.
A tutto questo si aggiunge l’intento eccessivamente
patriottico e politico di Eastwood che infarcisce la pellicola di retorica
americana (in particolare religiosa) ed esaltazione della guerra.
Ore 15:17 - Attacco al treno è nelle nostre sale dall’8 febbraio, distribuito da
Warner Bros. Pictures.
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