Il film per eccellenza che unisce #UnescoMovie e la
nostra corsa di avvicinamento agli Oscar è, senza timore di smentita, Tutti insieme appassionatamente (1965)
di Robert Wise con Julie Andrews e Christopher Plummer (quest’anno nominato
all’Oscar come miglior attore non protagonista per Tutti i soldi del mondo di
Ridley Scott, diventando l’attore più anziano mai nominato), che non solo la
notte del 18 aprile 1966 vinse 5 statuette (film, regia, montaggio, sonoro, colonna
sonora) ma ha reso famoso in tutto il mondo il sito Unesco (dal 1996) in cui è
girato, il centro storico di Salisburgo.
La cittadina austriaca è raggiunta ogni anno da
circa 300.000 visitatori che sono a caccia dei luoghi in cui è stata girata la
pellicola (il musical di più grande successo nella storia del cinema) più che
per visitare il luogo natale di Mozart.
Io stessa, lo ammetto, sono andata a Salisburgo
proprio per camminare nei luoghi in cui Julie Andrews gioca insieme ai fratelli
von Trapp. Era l’estate del 1999 e posso testimoniare l’affettuoso business che
è cresciuto attorno a Tutti insieme
appassionatamente: tour turistici con le immagini del film, magliette con
il logo del titolo, gigantografie di Julie Andrews e Christopher Plummer.
Ma come è nato questo musical senza tempo?
La storia è (liberamente) tratta dalla vera storia
della famiglia Trapp, che realmente visse a Salisburgo fino al 1938. Quando,
dopo anni di corteggiamento, Richard Rodgers infine capitolò e vendette i
diritti del suo musical di Broadway alla Fox, lo fece a condizione che la
produzione fosse di prim’ordine. E dovendo essere di prim’ordine, bisognava
andare a girare in loco.
All’inizio il cast tecnico ed artistico era dubbioso
e non credeva che il film potesse avere successo. “In molti in partenza temevano che potesse essere un flop”,
assicura Georg Steinitz, assistente alla regia di Wise. “Troppo sentimentale”.
La stessa Julie Andrews era dello stesso avviso, come
ricorda in occasione del 50° anniversario del film. “Bambini, montagne, musica e suore. Avevo paura che il pubblico potesse
non gradire. Ma ho avuto fiducia in Robert Wise. E nel momento esatto in cui ho
messo piede a Salisburgo per iniziare le riprese, non mi sono più preoccupata”.
E non c’è che dire. Salisburgo incanta e affascina
il pubblico tanto quanto lo fanno le canzoni e la storia. Tra i luoghi più
famosi che vengono mostrati vi sono: il Convento di Nonnberg (dove Maria studia
per diventare suora), la Residenzplatz (mostrata mentre Maria si reca per la
prima volta in casa von Trapp), il Giardino di Mirabell (dove i ragazzi cantano
attorno alla fontana), la Herbert von Karajan-Platz con l’abbeveratoio per i
cavalli (ammirato dai ragazzi nel loro giro in carrozza), l’Arciabbazia di San
Pietro con il cimitero e le catacombe (ove si nasconde la famiglia von Trapp
durante la sua fuga verso la Svizzera).
Perché il centro storico di Salisburgo è Patrimonio
dell’Umanità:
“Salisburgo
è riuscita a preservare la sua straordinaria ricchezza urbanistica che si è
sviluppata dal Medio Evo al XIX secolo. La sua arte tardo gotica attirò molti
artisti prima che la città divenisse ancor meglio conosciuta grazie al lavoro
di due architetti italiani, Vincenzo Scamozzi e Santini Solari. Questo punto
d’incontro tra nord e sud, accese forse il genio del figlio più famoso di
Salisburgo, Wolfgang Amadeus Mozart”.
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