Dopo aver aperto con grande successo di critica e pubblico la XII edizione della Festa del Cinema di
Roma, Hostiles - Ostili di Scott Cooper arriverà nelle sale
italiane il 22 marzo 2018, distribuito da Notorious Pictures. Il quarto
lungometraggio del regista e sceneggiatore statunitense, autore di Crazy
Heart, Out of the Furnace e Black Mass, è un
western drammatico e non convenzionale che esplora, con straordinaria
intensità, uno dei temi più frequenti e complessi affrontati dal genere: il
rapporto con i nativi americani.
Ambientato nel 1892, Hostiles - Ostili racconta
la storia del leggendario capitano dell'esercito Joseph J. Blocker (il premio
Oscar® Christian Bale -
la trilogia del “Cavaliere oscuro”, American Hustle, The
Fighter) che accetta con enorme riluttanza (pena la corte marziale) di
scortare il capo guerriero Cheyenne Falco Giallo (Wes Studi - Balla coi lupi, L’ultimo
dei Mohicani), in punto di morte, e la sua famiglia fino alla loro terra
natia. I due vecchi rivali affrontano un viaggio di proporzioni simili
all’Odissea, mille miglia di cammino da Fort Berringer, un isolato accampamento
nel Nuovo Messico, alle praterie del Montana. Durante il viaggio incontreranno
una giovane vedova, Rosalie Quaid (Rosamund Pike - Gone Girl, Orgoglio
e pregiudizio), la cui famiglia è stata brutalmente trucidata in quelle
pianure, e insieme dovranno sopravvivere a quel paesaggio spietato e alle
ostili tribù Comanche, costretti ad affrontare i propri pregiudizi gli uni
verso gli altri e passando lentamente da uno stato di antagonismo e paura a uno
di tolleranza e compassione.
La pellicola si apre con una frase di D. H. Lawrence
che racchiude in sé il senso del film: “Nella
sua essenza, l’anima americana è dura, solitaria, stoica e assassina. Finora non
si è mai fusa”.
Hostiles
è un western dalla struttura classica, crudo, violento, drammatico ma al tempo
stesso intenso, toccante e malinconico, che si prende tutto il tempo necessario
per esplorare il lungo percorso interiore dei protagonisti che affianca quello
fisico attraverso i meravigliosi paesaggi americani. Dal punto di vista
iniziale, infatti, si giunge ad un progressivo cambio di prospettiva, fino a un
epico finale, quasi “biblico”. È un percorso dolente, estenuante, ricco
di pathos, condiviso dallo spettatore che vive e affronta lo stesso difficile
percorso reale e figurato dei tre personaggi principali, magistralmente
interpretati da un impeccabile Christian Bale che recita in sottrazione, da una
straordinaria e intensa Rosamund Pike e da un silenzioso ma espressivo Wes
Studi. Non mancano, naturalmente, gli omaggi ai western di John Ford.
Visivamente affascinante (grazie alla fotografia di Masanobu
Takayanagi), Hostiles è un western
ambientato alla fine dell’800 ma in realtà profondamente attuale nell’America
odierna (e, più in generale, in tutto il mondo), come ci conferma Scott Cooper:
“Questa tematica in America è ancora oggi
molto rilevante. Sta crescendo una spaccatura razziale e culturale. Spero che
questo film possa avviare un dibattito sull’inclusione e che possa anche
servire a sanare le ferite. Queste persone sono costrette a condividere un
percorso, un lutto, e alla fine vivono questa conciliazione che dimostra un
processo di adattamento della nostra società. Spero che si possa imparare dalla
storia. Le mie figlie (che nel film interpretano le figlie di Rosamund Pike) sono
cresciute con Obama, sono stati 8 anni pieni di fiducia. Invece adesso con Trump
la direzione è diversa, non c’è apertura verso le altre culture”.
In Hostiles
assume un ruolo importante la figura della donna, vista in maniera differente
dai classici stereotipi tipici del genere. Infatti Rosamund Pike incarna una
donna forte che affronta un viaggio doloroso in seguito a una perdita
terribile. Ce ne ha parlato lei stessa in conferenza stampa: “Rosalie ha subito il lutto più drammatico. Lei
vorrebbe morire lì. Deve trovare un motivo per vivere. Lei è la controparte di Joseph,
capisce che è un uomo buono e glielo trasmette. Comincia tutto dalle donne: lei
all’inizio non conosce le differenze tra le varie tribù ma osserva e vede la
sofferenza. Lei è umana , il suo viaggio è diverso da quello di lui perché i
soldati hanno bisogno del nemico, un nemico esterno. Lei invece di amicizia ed
empatia. Questo film è un western come ambientazione ma c’è un umanesimo di
fondo che propone un risanamento dell’anima ”.
Rosamund Pike
(Copyright foto © Silvia Sottile)
(Copyright foto © Silvia Sottile)
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