Sono passati 10 anni dalla battaglia della breccia,
nessun Kaijū si è più fatto vivo ma comunque l’umanità non vuole più farsi
trovare impreparata. Sta continuando a costruire e brevettare Jaegers sempre
più forti e tecnologici, e ha ricostruito gran parte delle città distrutte dai
mostri, tranne alcune che rimangono lì, con i resti delle battaglie al sole,
desolate e deserte… o quasi! In una di queste ci vivono due persone che saranno
in poco tempo i protagonisti di questa nuova storia.
Jake Pentecost (John Boyega - episodi VII e VIII di Star Wars), figlio dell’eroe della
breccia Stacker, e Amara (l’esordiente Cailee Spaeny), una ragazzina orfana
decisa a diventare pilota di Jaegers, tanto da costruirne uno illegalmente.
Entrambi vengono arrestati e condotti in una base
dove, insieme al nuovo pilota Nate Lambert (Scott Eastwood), ritroviamo Mako
Mori (Rinko Kikuchi) e i dottori Newton (Charlie Daye) e Gottlieb (Burn
Gorman), alle prese con degli ostici miliardari cinesi che vorrebbero lanciare
sul mercato dei nuovi Jaegers, dei veri e propri droni dal controllo remoto.
Trattative movimentate dato che, proprio il giorno
della decisione, nuovi e alquanto misteriosi avversari attaccano la Terra. Chi
li comanda stavolta? Sono sempre i precursori o c’è dell’altro dietro?
Sapevamo tutti che non sarebbe stato affatto facile
realizzare un sequel convincente dopo il successo di critica (non accompagnato
purtroppo dal botteghino) del primo film e la sfida è diventata ancor più ardua
quando hanno sostituito l’ultimo regista premiato agli Oscar con un vero e
proprio esordiente che al momento aveva diretto solo qualche puntata di serie
tv come Daredevil e Smallville.
Steven S. DeKnight non è Guillermo del Toro e manca
anche la sceneggiatura di Travis Beacham. Il risultato? Il migliore con i mezzi a disposizione,
almeno per quel che riguarda la trama. Il regista, aiutato nella scrittura da Emily
Carmichael e Kira Snyder, decide di mettere in scena probabilmente la storia
più plausibile per spiegare un nuovo intervento degli Jaegers in difesa
dell’umanità.
Buona parte del film ha l’atmosfera di una spy-story
che cerca di indirizzarci verso un determinato colpevole (anche se un
dettaglio, neanche troppo piccolo, elimina gran parte dei dubbi allo spettatore
attento) ma naturalmente ne risente molto lo spettacolo.
Abbiamo combattimenti in larga parte diversi
rispetto al passato, modernizzati, con armi luminose in stile Guerre Stellari, ma il tutto appare
spesso troppo frettoloso. Non solo per i venti minuti in meno rispetto al
primo capitolo ma anche per un diverso stile di narrazione che toglie tempo
fondamentale all’azione e all’epicità.
Probabilmente necessario ai fini della trama anche
se l’apertura del 2013 rimane decisamente migliore sotto tutti gli aspetti.
Così come era decisamente più dark e drammatica l’atmosfera del primo film. Abbiamo anche in Pacific
Rim – La rivolta morti eccellenti che però appaiono meno drammatiche ed
empatiche.
Elementi che ci ricordano molto il primo capitolo
sono invece i flash-back della piccola Amara (il momento di commozione più
forte di questo sequel) e una grande interpretazione di John Boyega che dopo un
inizio spaccone, un po’ stile cinecomic Marvel, prende in mano la situazione
attraverso il suo Jaegers formando una grande nuova coppia con Cailee Spaeny,
mentre Scott Eastwood, nonostante il nome che porta, ci fa chiedere “Che fine ha fatto Charlie Hunnam?”.
Mantenere la durata del primo film non sarebbe stato
affatto sbagliato o, perlomeno, non usare affatto la slow-motion che stavolta
rompe davvero l’intensità dell’azione. Peccato, davvero peccato, perché il primo Pacific Rim ci aveva mostrato finalmente
un film di produzione americana degno di portare il nome degli Anime Giapponesi
a cui si era ispirato. Gipsy Danger non è Mazinga, Goldrake o Daltanious,
ma nel 2013 lui e i suoi colleghi ci avevano davvero trasportato in quel mondo
insieme ad attori in carne ed ossa.
Pacific
Rim – La rivolta fa invece più di un passo indietro ma
va detto che ci regala un finale straordinario, un rimando a uno dei più grandi
film d’animazione degli anni ‘90, e ci fa fin troppo ben sperare per un terzo
capitolo decisamente epico, augurandoci che riusciranno a realizzarlo,
naturalmente.
Distribuito da Universal Pictures, Pacific Rim – La rivolta sarà nelle sale
italiane a partire da giovedì 22 marzo 2018.
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