domenica 11 marzo 2018

"Rachel": un thriller sentimentale in costume

di Silvia Sottile



Rachel, diretto da Roger Mitchell (Notting Hill, Persuasione), è l’adattamento cinematografico del romanzo del 1951 Mia Cugina Rachele, scritto da Daphne du Maurier, dalle cui celebri opere (caratterizzate da un clima di suspense e passione, ritratti psicologici sorprendentemente moderni, relazioni intricate e ossessive) Alfred Hitchcock trasse ben tre film: La Taverna della Giamaica (1939), Gli Uccelli (1963) e Rebecca, la prima moglie (1940). 

Oltretutto non si tratta della prima trasposizione cinematografica, dato che già nel 1952 Henry Koster aveva portato sul grande schermo Mia cugina Rachele, affidando i ruoli dei protagonisti al premio Oscar Olivia de Havilland e ad un giovane Richard Burton.


Ambientato a inizio ‘800 e immerso in un’atmosfera carica di desiderio e sospetto, Rachel narra la storia di Philip Ashley (Sam Claflin – Hunger Games, Io prima di te),  un giovane rimasto orfano da bambino e allevato amorevolmente dal cugino Ambrose in una splendida tenuta nella campagna inglese. Anni dopo, anziano e malato, Ambrose si reca in Italia, a Firenze, dove sposa la misteriosa Rachel, morendo poco dopo. Il giovane Philip, accecato da rabbia e dolore, accoglie in casa la vedova, la cugina Rachel (il premio Oscar Rachel Weisz), al suo ritorno in Cornovaglia, con l’intento di vendicarsi, in quanto la ritiene responsabile della morte dell’amato cugino. Ma dopo l’arrivo della donna, finirà per infatuarsene perdutamente, mettendo a rischio tutte le sue proprietà…

Nel cast anche Holliday Grainger (Cenerentola), Iain Glen (Il trono di spade) e il nostro Pierfrancesco Favino, sempre più a suo agio in produzioni internazionali, nel ruolo dell’ambiguo notaio Enrico Rainaldi.


Definito dallo stesso regista come “una versione post-freudiana di un romanzo di Jane Austen”, Rachel è impostato come un classico period drama di matrice letteraria e vanta una impeccabile ricostruzione storica, perfetta in ogni dettaglio, dai costumi alle scenografie. Sembra davvero di ritrovarsi catapultati in quell’epoca, tra perle e merletti, candele, camini, letti a baldacchino e tazze di tè. 

Esteticamente affascinante, la pellicola pecca leggermente in fase di scrittura. Non sempre, infatti, riesce a tenere alta la tensione. In bilico tra il thriller psicologico in costume e la storia d’amore tragica e passionale, Rachel si gioca tutto sull’ambiguità, mantenuta fino alla fine, della sua protagonista, che noi vediamo esclusivamente attraverso gli occhi (ora innamorati, infatuati e colmi di desiderio, ora rabbiosi e pieni di dubbi e sospetti) del giovane e immaturo Philip, in preda alle sue ossessioni. Rachel è dunque una machiavellica seduttrice e assassina o una donna ferita, vittima della società e dei tempi? Rachel Weisz riesce a incarnare al meglio questa misteriosa figura femminile; Sam Claflin, invece, non convince pienamente nel suo ruolo.  


Spero che il pubblico ami il mistero irrisolto tanto quanto è piaciuto a me e che si diverta in una sorta di corsa sulle montagne russe insieme a questa coppia mal assortita – ha spiegato Mitchell – catapultata in un turbine emotivo che scombussola entrambi, mentre ciascuno tenta di capire le motivazioni, le convinzioni e i valori dell’altro, e di coglierne il senso di autenticità”.
 
Pur non brillando, Rachel si rivela una visione sicuramente piacevole, da tè del pomeriggio davanti a un caminetto o da serata con le amiche. Il fascino principale del film è dato dall’atmosfera british e dai meravigliosi e suggestivi paesaggi mozzafiato (la cui luce contrasta  abilmente con l’oscurità degli interni e dell’animo umano) che già da soli valgono la visione: dal verde delle campagne inglesi alle rocciose, struggenti e tumultuose scogliere del Devon.

Dal 15 marzo al cinema, distribuito da 20th Century Fox.


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