Dopo 10 anni (e 18 film) l’Universo Cinematografico
Marvel converge in Avengers: Infinity War,
al cinema dal 25 aprile. In contemporanea, nel corso dei 9 mesi di riprese, è
stato girato anche un secondo capitolo, ancora senza titolo, che vedremo a
maggio 2019.
L’attesissimo cinecomic, diretto da Anthony e Joe
Russo, raggruppa sul grande schermo un incredibile numero di personaggi, tanto
che l’elenco del cast appare infinito: Robert Downey Jr., Chris Evans, Chris
Hemsworth, Mark Ruffalo, Scarlett Johansson, Tom Hiddleston, Elizabeth Olsen,
Paul Bettany, Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave Bautista, Bradley Cooper, Vin
Diesel, Pom Klementieff, Karen Gillan, Benedict Cumberbatch, Tom Holland,
Sebastian Stan, Chadwick Boseman, Cobie Smulders, Benedict Wong,
Letitia Wright, Tom Hiddleston, Benicio Del Toro, Josh Brolin.
Dopo i fatti di
Civil War (che hanno comportato lo scioglimento degli Avengers), tutti i
supereroi Marvel (da Iron Man a Thor, dal Doctor Strange ai Guardiani della
Galassia, da Captain America ai Wakandiani) sono costretti ad unirsi per affrontare
una minaccia titanica: Thanos (Josh Brolin), impegnato nella ricerca delle 6
Gemme dell’Infinito da incastonare nel suo Guanto. Se dovesse riuscire nel suo
intento, avrebbe una potenza tale da dimezzare la popolazione dell’intero
Universo con un semplice schiocco delle dita.
Visivamente spettacolare e ricco di adrenaliniche
scene d’azione ben orchestrate, Avengers:
Infinity War è anche narrativamente coerente. Grazie alla solida
sceneggiatura e ad una straordinaria abilità registica, le varie storie che coinvolgono
i diversi personaggi (ognuno dei quali si ritaglia un proprio spazio ben
definito e fondamentale, cosa non facile) riescono ad incastrarsi in maniera
perfetta.
La Marvel, grazie all’esperienza acquisita negli
anni, ci sa fare. E questa volta riesce anche dove spesso in passato aveva
fallito, ovvero nella costruzione del villain. Thanos non solo è il più potente
avversario mai affrontato dai Vendicatori ma è anche un personaggio
sfaccettato, tridimensionale, spinto da motivazioni a suo modo importanti e “necessarie”,
a volte sofferte, tanto che riusciamo persino a percepire i suoi sentimenti. Possiamo
quasi considerarlo il protagonista principale.
Avengers:
Infinity War
non è solamente un ottimo prodotto di intrattenimento ad alto budget ma
è anche una giostra ininterrotta di emozioni che tiene incollato lo spettatore
per due ore e trenta minuti. Il tono drammatico è impostato fin dalla prima
scena, anche se poi, specie nel corso della prima parte, non mancano simpatiche
battute di alleggerimento (legate principalmente alle trame che coinvolgono i Guardiani
della Galassia) e un pizzico di ironia che non stona affatto. Risulta divertente
anche vedere le interazioni tra i vari personaggi che non si erano mai
incontrati tra loro. Dalla seconda metà, invece, i toni diventano
decisamente più cupi, fino a giungere ad un finale doloroso, tragico,
inaspettato e spiazzante, ricco di pathos e ad alto tasso di epicità.
L’unica scena dopo i titoli di coda (mi raccomando,
non perdetela!) si mantiene sulla stessa lunghezza d’onda, facendo salire
ulteriormente l’attesa per il prossimo capitolo…
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