Marco Giallini è
Numa Tempesta, un finanziere che gestisce un fondo da un miliardo e mezzo di
euro e abita da solo nel suo immenso Grand Hotel deserto, pieno di letti in cui
lui non riesce a chiudere occhio. Tempesta ha soldi, carisma, fiuto per gli
affari e pochi scrupoli. Un giorno la legge gli presenta il conto: a causa di
una vecchia condanna per evasione fiscale dovrà scontare un anno di pena ai
servizi sociali in un centro di accoglienza diretto da Angela (Eleonora Danco).
E così, il potente Numa dovrà mettersi a disposizione di chi non ha nulla,
degli ultimi. Tra questi c’è Bruno (Elio Germano), un giovane padre che
frequenta il centro con il figlio, in seguito ad un tracollo economico.
L’incontro sembrerebbe
offrire ad entrambi l’occasione per una rinascita all’insegna dei buoni
sentimenti e dell’amicizia. Ma c’è il denaro di mezzo e un gruppo di senzatetto
che, tra morale e denaro, tenderà a preferire il denaro.
Alla fine, come nel
miglior cinema di Daniele Luchetti, non si salva nessuno e bisognerà chiedersi:
chi sono i buoni, se ci sono?
Io sono Tempesta è una farsa sociale, un’opera buffa, una commedia
sul potere del denaro. Lontana dai fatti di cronaca (eppure si avvertono
riferimenti alle vicende di Berlusconi) e dal dovere di essere verosimile,
vuole raccontare, sorridendo e con un tono di fiaba, una fetta di Italia che il
nostro cinema affronta sempre col tono serio del cinema del dolore.
Io sono Tempesta è un piccolo affresco tragicomico, popolato da un
cast che mescola attori presi dalla strada e talenti all’esordio. Su tutti
naturalmente svettano i due protagonisti, interpretati dai talentuosi Marco Giallini ed Elio Germano, tra i migliori
attori italiani del panorama contemporaneo, sempre credibili e in parte.
Pur offrendo (in maniera
buffa e fiabesca) interessanti spunti di riflessione su temi importanti quali
il denaro e gli squilibri sociali con quel tono amaro e tragicomico da classica
commedia all’italiana, la pellicola fatica
a trovare una sua identità non consentendo quindi allo spettatore di aver ben chiaro
ciò che sta guardando.
Indubbiamente un buon
film, ben confezionato e ben recitato, che però non è riuscito a convincerci
fino in fondo, rimanendo tendenzialmente irrisolto e perdendosi un po’ troppo nell’evidente
disomogeneità dei toni. Impostato come una favola e ricco di elementi
totalmente implausibili, vuole però raccontare la realtà. Ed è proprio questo
aspetto a stridere, mancando purtroppo la capacità di amalgamare i due
registri, forse troppo distanti tra loro.
Io sono Tempesta è al cinema dal 12 aprile, distribuito da 01 Distribution.
Elio Germano, Marco Giallini e Daniele Luchetti al photocall
(Copyright foto © Silvia Sottile)
(Copyright foto © Silvia Sottile)
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