In primavera esce in
Giappone Una Ragazza alla Moda Edizione
Cinematografica – Seconda Parte – Grande Storia d’Amore a Tokyo (Gekijoban
Haikara-san ga Toru Kohen – Hana no Tokyo Dai Roman) di Toshiaki Kidokoro. Si
tratta del secondo di due lungometraggi prodotti dalla Nippon Animation che
ripercorrono la storia del manga Mademoiselle
Anne (ovvero Una ragazza alla moda di
Waki Yamato, 1975-1977 – vincitore del Kodansha Manga Award come shojo
dell’anno ed edito in Italia dalla Star Comics), già deliziosamente narrata in
un memorabile anime del 1978
(Haikara-san ga tōru, traduzione letterale “passa la ragazza dal collo lungo”,
che esprime il concetto di persona alla moda), anch’esso prodotto dalla Nippon
Animation.
E’ indubbio che la
storia di Benio (questo il nome originale di Anne) stia affascinando da almeno
due generazioni gli appassionati del genere (l’Italia è sicuramente ai primi
posti tra gli anime dipendenti, come
dimostra la XXIII edizione del ROMICS che parte proprio domani a Roma e che
ospita quest’anno Tsukasa Hojo, creatore di manga
quali Occhi di gatto e City Hunter – Qui programma e ospiti).
Le vicende di Mademoiselle Anne hanno insegnato a
tutti gli spettatori-lettori italiani l’esistenza di un periodo Taisho nella
storia giapponese (1912-1926), momento di grandi mutamenti soprattutto per
quanto riguarda l’inizio dell’emancipazione femminile, ed hanno approfondito i risvolti
storici della spedizione in Siberia (1918) dell’esercito imperiale giapponese
per sostenere il capo dell’Armata Bianca, ammiraglio Aleksandr Kolčak, contro
l’Armata Rossa bolscevica (in questa spedizione Shinobu, protagonista maschile
del manga, verrà dato per morto e Anne/Benio si troverà a vestire i panni di
una vedova prima ancora di sposarsi).
Tra le tanti tradizioni
che Mademoiselle Anne ha narrato,
quella che ci interessa per la nostra rubrica #UnescoMovie, è il kabuki, teatro classico giapponese sorto
nel XVII secolo.
Ranmaru
Ranmaru, amico
d’infanzia di Anne/Benio e da sempre innamorato della ragazza, è infatti un
attore di questo tipo particolare di teatro, la cui parola è formata da tre
ideogrammi: ka (canto), bu (danza) e ki (abilità). All’inizio recitato solo da
donne, in seguito alla proibizione per motivi di morale, esso fu interpretato
solo da uomini anche per le parti femminili. Gli attori specializzati nei ruoli
femminili sono chiamati onnagata (Ranmaru
fa parte di questa categoria).
Fin dalle prime battute
del manga e dell’anime si entra in
confidenza con gli abiti tradizionali e il trucco sgargiante che ricopre
interamente il volto degli attori, e si rimane affascinati da questa tradizione
entrata a far parte del Patrimonio Immateriale dell’Unesco nel 2008. Le abilità
di Ranmaru nell’interpretare ruoli femminili permetteranno poi al ragazzo ad
entrare in casa Yuin (la famiglia di Shinobu) nei panni di una cameriera, per
seguire da vicino la sua amata Anne/Benio (e per poi aiutarla a cercare il suo
perduto amore).
Ranmaru
Ecco la motivazione per
cui il kabuki è entrato a far parte
del Patrimonio Immateriale:
“Il
Kabuki ha avuto origine durante il periodo Edo e fu particolarmente popolare
tra gli abitanti delle città. I copioni kabuki narrano eventi storici e i
conflitti morali nelle relazioni di cuore. Gli attori recitano con voce
monotona e sono accompagnati da strumenti tradizionali. (…) Keshÿ è il nome del
trucco caratteristico che arricchisce tutti gli attori e che fornisce uno stile
facilmente riconoscibile anche a chi è poco familiare con questa forma d’arte.
(…) Oggigiorno il kabuki è il più popolare tra le formi tradizionali di teatro
giapponese”.
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