lunedì 16 aprile 2018

#UnescoMovie: "Medea" (1969)

di Diletta Nicastro



La Siria è tornata prepotentemente nelle prime pagine dei giornali per fatti di cronaca sempre più critici, sottolineando la situazione di costante minaccia in cui i suoi sei siti Unesco sottostanno da tempo (sono inseriti tutti dal 2013 nella Lista in pericolo).

Incuriositi, abbiamo cercato di trovare dei film girati in questi luoghi, scoprendo che nel corso della storia sono stati davvero pochi e che la maggior parte è da inserirsi nella categoria “documentari” o in quella “corti”.

Il film che più di tutti ha viaggiato per la Siria è stato il fantascientifico e mistico  Spiritual Warrios (2007), che nell’agosto del 2004 toccò ben 3 siti Unesco siriani per le sue riprese: Crac De Chevaliers (Patrimonio dal 2006), Palmyra (dal 1980) e Damasco (dal 1979). “Non avremmo potuto fare questa esperienza indimenticabile senza l’aiuto degli angeli locali”, scrisse sul diario di viaggio lo sceneggiatore e attore protagonista Jsu Garcia.


Ma dal momento che questa settimana è dedicata a Maria Callas (leggi qui tutto sull’evento del 16-18 aprile promosso da LuckyRed), abbiamo scelto come film Medea (1969) di Pier Paolo Pasolini, ispirato all’omonima tragedia di Euripide e scritto appositamente per la Callas.

Medea, nella mitologia greca, viveva nella Colchide, regione all’estremo orientale del mondo, vista come destinazione degli Argonauti. Ma da qui scappò, dopo aver rubato il Vello d’oro, per sposarsi con Giasone (l’atleta Giuseppe Gentile, bronzo a Città del Messico 1968 nel salto triplo) ed andò a vivere a Corinto. Per la sua ricostruzione di Corinto, Pier Paolo Pasolini si affida per l’interno a Pisa (Patrimonio Unesco dal 1987) e per il fuori le mura ad Aleppo (dal 1986). La scelta fu fatta con estrema cura. Le due città in qualcosa si somigliano (il Romanico pisano è in parte ispirato alla cultura araba) e nell’immaginario di Pasolini l’interno della città (Pisa) rappresenta la razionalità, e l’esterno (le mura di Aleppo), con le sue linee architettoniche che si dirigono verso l’alto, la sacralità: un contrasto che poi porterà alla tragedia finale.

Pier Paolo Pasolini e Maria Callas sul set di Medea

Ecco la motivazione per cui la Città Antica di Aleppo è entrata a far parte del Patrimonio Culturale nel 1986: 

“Situata all’incrocio di importanti rotte carovaniere fin dal II millennio prima di Cristo, Aleppo fu dominata da Ittiti, Assiri, Romani, Arabi, Mongoli, Mamelucchi e Ottomani. La cittadella del XIII secolo, la Grande Moschea del XII secolo e vari palazzi,  madrase e caravanserragli del XVII secolo, sopravvivono compatti, seppur minacciati dal sovraffollamento”.






Nessun commento:

Posta un commento