Sea Sorrow - Il dolore del mare
è un documentario del 2017, diretto da Vanessa Redgrave, con Ralph Fiennes e
Emma Thompson. Al cinema dal 20 giugno 2018, distribuito da Officine UBU.
Quest'opera segna il debutto alla regia di Vanessa
Redgrave con una personalissima e ampia meditazione sull'attuale crisi globale
dei rifugiati. Una profonda riflessione sull'importanza dei diritti umani
narrata attraverso gli occhi e le voci di attivisti e bambini, mescolando
passato e presente, documentario e dramma. Al film danno il loro contributo
Emma Thompson, che legge scritti di Sylvia Pankhurst, e Ralph Fiennes, che
recita versi de La Tempesta di
William Shakespeare.
Nel corso della dodicesima Festa del Cinema di Roma
abbiamo avuto il piacere di incontrare la regista (accompagnata dal figlio,
Carlo Nero, in veste di produttore).
Ecco cosa ci ha raccontato Vanessa Redgrave:
“Abbiamo
lavorato tutti per i profughi. Ecco il perché questo esordio alla regia. Stiamo
vivendo in un tempo pericoloso per la democrazia. I nostri governi, in Italia
come Inghilterra, non vogliono dare aiuto. Vanno contro la legge che dice di
aiutare i profughi.
Tutti
hanno visto il bambino affogato a Bodrum, nella spiaggia vicino a quella dove
vanno i ricchi. Una foto che ci ha sconvolto. Il crimine è stato non dargli i
biglietti per attraversare il mare: solo 4 km verso la salvezza! Un esempio
orrendo di disumanità dei nostri governi tutti e dei nostri tempi.
Ci
sono alcuni governi di onestà civile. Ad esempio la Merkel è una donna di
grande responsabilità.
Siamo
tutti in grande pericolo. Il modo in cui trattano i profughi è come saremo
trattati noi o come siamo già trattati. Senza salute, istruzione, pensione… ciò
che fanno ai profughi è ciò che potrebbero fare a noi o ce lo stanno già
facendo!
Sto
raccontando la storia del mio paese che è anche la storia del vostro. È stato
un viaggio per il mondo. È un peso e una responsabilità profonda raccontare
queste storie. Bisogna scavare a fondo quando c'è una situazione così
importante.
Abbiamo
legato Shakespeare. Ad esempio, ne ‘La Tempesta’, chiunque, anche un re, può
essere un profugo.
La
gente è stata trattata così male per anni che non sa come andare avanti e in
più i governi mettono tanti ostacoli. Nonostante questo, ci sono tanti che aiutano.
L'assistenza
sociale non esiste quasi più. Nel documentario si parla anche di baby prostituzione
minorile dei profughi. Questa è una verità che non bisogna dimenticare. Io
gestisco con mio figlio ‘Safe Passage’, una Ong per aiutare e non lasciare
affondare i profughi”.
Copyright foto © Silvia Sottile
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