lunedì 29 aprile 2019

#UnescoMovie 44 – Il gobbo di Notre Dame (1996)

di Diletta Nicastro




Abbiamo parlato di Parigi in questa rubrica poco più di un mese fa con Mission: Impossible – Fall out, ma gli eventi di attualità ci spingono a tornare nella capitale francese. Tutti, infatti, hanno avuto sotto gli occhi le immagini del tremendo incendio che ha colpito la cattedrale di Notre Dame nel tardo pomeriggio del 15 aprile, definita dall’Unesco “un capolavoro architettonico”. Principale luogo di culto cattolico di Francia e uno dei monumenti più visitati del mondo, Notre Dame è rimasta gravemente ferita a causa dell’incendio (collasso del tetto e crollo della guglia) ma la struttura è rimasta in piedi, così come sono stati salvati i suoi tesori più importanti.



Nelle drammatiche ore in cui si è seguito in diretta mondiale l’evolversi dell’incendio (in cui si temeva per danni ancora più gravi) è diventata virale sui social una vignetta realizzata dall’equadoregna Cristina Correa Freile in cui viene mostrato Quasimodo addolorato che abbraccia la cattedrale di Notre Dame. Postato su Instagram, il disegno è diventato subito presente su ogni social, anche grazie al canale mediatico belga Vrtnws, che ha chiesto immediatamente l’autorizzazione per utilizzarlo come tributo alla cattedrale. L’eco è stata talmente ampia che la stessa Cristina Correa Freile il 18 aprile ha scritto sul suo profilo Instagram “Sono umilmente commossa per l’accoglienza che ha ricevuto il mio disegno. Ringrazio tutti coloro che lo hanno condiviso (…). Esso è ispirato al memorabile adattamento della Disney al personaggio creato da Victor Hugo, cercando di rappresentare i sentimenti di fronte all’incendio di Notre Dame”.


E in effetti il disneyano Il gobbo di Notre Dame è stato il primo film venuto in mente praticamente a tutti, se si voleva accostare una pellicola ai fatti di cronaca. Uscito il 21 giugno 1996, ha incassato più di 300 milioni di dollari, chiudendo il 1996 al quinto posto (dietro solo a Indipendence Day, Twister, Mission: Impossibile e The Rock) ed essendo ancora oggi all’ottavo posto tra i film di maggior incasso ambientati a Parigi (classifica guidata da Il codice da Vinci).

Il legame della Disney a questa storia è rappresentato non solo dal fatto che ad inizio 2019 è stato confermato che tra le future produzioni live action vi è proprio una versione de Il gobbo di Notre Dame, ma anche da un messaggio pubblicato il 17 aprile su Twitter da Robert Iger, presidente ed amministratore delegato della Walt Disney Company: “Notre Dame è un faro di fede, speranza e bellezza, che ispira timore divino e reverenza. La Walt Disney Company è accanto ai nostri amici e vicini di Parigi, con supporto sincero e una donazione di 5 milioni di dollari per la ristorazione del suo capolavoro”.


Il lavoro su Il gobbo di Notre Dame iniziò nel 1993 quando fu riunito un team di disegnatori per scrivere lo storyboard per l’adattamento dal romanzo di Victor Hugo. “Il mio primo pensiero quando mi hanno convocato è stato: con la sua architettura gotica, Notre Dame potrebbe essere paurosa come un qualsiasi castello Disney”, scrive Floyd Norman, animatore e disegnatore californiano (La bella addormentata nel bosco, La spada nella roccia, Il libro della giungla, La carica dei 101), nella sua autobiografia (Animated Life: A Lifetime of tips, tricks, techniques and stories from a Disney Legend). “Ci siamo incontrati in un freddo pomeriggio di novembre del 1993 e ci sono state date le prime direttive. Ci fu detto di non fare un film troppo religioso – un compito un po’ preoccupante, considerando che la maggior parte della storia si svolgeva all’interno di una grande chiesa. Il team al completo si trasferì ad Airway Street, a Glendale, Los Angeles, ed iniziammo a lavorarci”.

Fu in questo periodo che nacque, infine, dopo mille tribolazioni, la scena iniziale del film che porta per le strade della capitale francese fino alla cattedrale. “Essa fu realizzata da Paul e Gaetan Brizzi. I talentuosi fratelli, diversamente dalla maggior parte di noi, avevano vissuto veramente a Parigi. Messa assieme alla musica di Alan Menken e Stephen Schwarts, questa scena d’apertura rimane secondo me nulla meno che brillante”, conclude Norman riferendosi alla canzone The bells of Notre Dame.


L’idea di animare le gargolle (Victor, Hugo e Laverne) venne invece ai registi Gary Trousdale e Kirk Wise, ispirandosi ad un brano del libro in cui Hugo scrive che “Le altre statue, quelle dei mostri e dei demoni, non provavano odio per Quasimodo ... I santi erano suoi amici e lo benedicevano (…) e lo proteggevano”.

Tuttavia bisogna rimarcare che nel film vi è una certa mancanza di accuratezza storica. La storia, difatti, si svolge nel 1492, tuttavia la Notre Dame mostrata è per lo più quella che odierna (bisogna ricordare che, invece, durante la Rivoluzione Francese la cattedrale fu devastata con la distruzione di tutte le statue, l’abbattimento della guglia originale e il saccheggio di tutti gli oggetti in metallo e che il restauro avvenne anche grazie alla campagna di sensibilizzazione condotta da Hugo con Il gobbo di Notre Dame). 


Per esempio, la piazza di fronte alla cattedrale all’epoca non esisteva (vi era l’Hotel Dieu, un ospedale medievale che fu demolito nel XIX secolo). Le sculture interne sono mostrate con il colore naturale delle pietre, mentre all’epoca esse erano dipinte. Mentre Quasimodo canta Out there, infine, si vedono le statue dei 12 apostoli, tuttavia esse furono aggiunte solo durante il restauro diretto dall’architetto Viollet-le-Duc…

La motivazione per cui Parigi, le rive della Senna è stato inserito nel Patrimonio Culturale nel 1991:
“Dal Louvre alla Torre Eiffel, da Place de la Concorde al Grand e Petit Palais, l’evoluzione di Parigi e della sua storia può essere vista dalla Senna. La Cattedrale di Notre-Dame e la Sainte Chapelle sono capolavori architettonici, mentre le ampie piazze e i viali di Haussmann influenzarono la pianificazione urbanistica della fine del XIX e XX secolo in tutto il mondo”.



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