Abbiamo parlato di Parigi in questa rubrica poco più
di un mese fa con Mission: Impossible –
Fall out, ma gli eventi di attualità ci spingono a tornare nella capitale
francese. Tutti, infatti, hanno avuto sotto gli occhi le immagini del tremendo
incendio che ha colpito la cattedrale di Notre Dame nel tardo pomeriggio del 15
aprile, definita dall’Unesco “un
capolavoro architettonico”. Principale luogo di culto cattolico di Francia
e uno dei monumenti più visitati del mondo, Notre Dame è rimasta gravemente
ferita a causa dell’incendio (collasso del tetto e crollo della guglia) ma la
struttura è rimasta in piedi, così come sono stati salvati i suoi tesori più
importanti.
Nelle drammatiche ore in cui si è seguito in diretta
mondiale l’evolversi dell’incendio (in cui si temeva per danni ancora più
gravi) è diventata virale sui social una vignetta realizzata dall’equadoregna Cristina
Correa Freile in cui viene mostrato Quasimodo addolorato che abbraccia la
cattedrale di Notre Dame. Postato su Instagram, il disegno è diventato subito
presente su ogni social, anche grazie al canale mediatico belga Vrtnws, che ha
chiesto immediatamente l’autorizzazione per utilizzarlo come tributo alla
cattedrale. L’eco è stata talmente ampia che la stessa Cristina Correa Freile
il 18 aprile ha scritto sul suo profilo Instagram “Sono umilmente commossa per l’accoglienza che ha ricevuto il mio
disegno. Ringrazio tutti coloro che lo hanno condiviso (…). Esso è ispirato al
memorabile adattamento della Disney al personaggio creato da Victor Hugo,
cercando di rappresentare i sentimenti di fronte all’incendio di Notre Dame”.
E in effetti il disneyano Il gobbo di Notre Dame è stato il primo film venuto in mente
praticamente a tutti, se si voleva accostare una pellicola ai fatti di cronaca.
Uscito il 21 giugno 1996, ha incassato più di 300 milioni di dollari, chiudendo
il 1996 al quinto posto (dietro solo a Indipendence
Day, Twister, Mission: Impossibile e The Rock) ed essendo ancora oggi
all’ottavo posto tra i film di maggior incasso ambientati a Parigi (classifica
guidata da Il codice da Vinci).
Il legame della Disney a questa storia è
rappresentato non solo dal fatto che ad inizio 2019 è stato confermato che tra
le future produzioni live action vi è
proprio una versione de Il gobbo di Notre
Dame, ma anche da un messaggio
pubblicato il 17 aprile su Twitter da Robert Iger, presidente ed amministratore
delegato della Walt Disney Company: “Notre
Dame è un faro di fede, speranza e bellezza, che ispira timore divino e
reverenza. La Walt Disney Company è accanto ai nostri amici e vicini di Parigi,
con supporto sincero e una donazione di 5 milioni di dollari per la
ristorazione del suo capolavoro”.
Il lavoro su Il
gobbo di Notre Dame iniziò nel 1993 quando fu riunito un team di
disegnatori per scrivere lo storyboard per l’adattamento dal romanzo di Victor
Hugo. “Il mio primo pensiero quando mi
hanno convocato è stato: con la sua architettura gotica, Notre Dame potrebbe
essere paurosa come un qualsiasi castello Disney”, scrive Floyd Norman,
animatore e disegnatore californiano (La
bella addormentata nel bosco, La
spada nella roccia, Il libro della
giungla, La carica dei 101),
nella sua autobiografia (Animated Life: A
Lifetime of tips, tricks, techniques and stories from a Disney Legend). “Ci siamo incontrati in un freddo pomeriggio
di novembre del 1993 e ci sono state date le prime direttive. Ci fu detto di
non fare un film troppo religioso – un compito un po’ preoccupante,
considerando che la maggior parte della storia si svolgeva all’interno di una
grande chiesa. Il team al completo si trasferì ad Airway Street, a Glendale,
Los Angeles, ed iniziammo a lavorarci”.
Fu in questo periodo che nacque, infine, dopo mille
tribolazioni, la scena iniziale del film che porta per le strade della capitale
francese fino alla cattedrale. “Essa fu
realizzata da Paul e Gaetan Brizzi. I talentuosi fratelli, diversamente dalla
maggior parte di noi, avevano vissuto veramente a Parigi. Messa assieme alla
musica di Alan Menken e Stephen Schwarts, questa scena d’apertura rimane
secondo me nulla meno che brillante”, conclude Norman riferendosi alla
canzone The bells of Notre Dame.
L’idea di animare le gargolle (Victor, Hugo e
Laverne) venne invece ai registi Gary Trousdale e Kirk Wise, ispirandosi ad un
brano del libro in cui Hugo scrive che “Le
altre statue, quelle dei mostri e dei demoni, non provavano odio per Quasimodo
... I santi erano suoi amici e lo benedicevano (…) e lo proteggevano”.
Tuttavia bisogna rimarcare che nel film vi è una
certa mancanza di accuratezza storica. La storia, difatti, si svolge nel 1492,
tuttavia la Notre Dame mostrata è per lo più quella che odierna (bisogna
ricordare che, invece, durante la Rivoluzione Francese la cattedrale fu
devastata con la distruzione di tutte le statue, l’abbattimento della guglia
originale e il saccheggio di tutti gli oggetti in metallo e che il restauro
avvenne anche grazie alla campagna di sensibilizzazione condotta da Hugo con Il gobbo di Notre Dame).
Per esempio, la piazza di fronte alla cattedrale
all’epoca non esisteva (vi era l’Hotel Dieu, un ospedale medievale che fu
demolito nel XIX secolo). Le sculture interne sono mostrate con il colore
naturale delle pietre, mentre all’epoca esse erano dipinte. Mentre Quasimodo
canta Out there, infine, si vedono le
statue dei 12 apostoli, tuttavia esse furono aggiunte solo durante il restauro
diretto dall’architetto Viollet-le-Duc…
La motivazione per cui Parigi, le rive della Senna è
stato inserito nel Patrimonio Culturale nel 1991:
“Dal
Louvre alla Torre Eiffel, da Place de la Concorde al Grand e Petit Palais,
l’evoluzione di Parigi e della sua storia può essere vista dalla Senna. La
Cattedrale di Notre-Dame e la Sainte Chapelle sono capolavori architettonici,
mentre le ampie piazze e i viali di Haussmann influenzarono la pianificazione
urbanistica della fine del XIX e XX secolo in tutto il mondo”.
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