di Silvia Sottile
Il Sesso degli Angeli, la nuova commedia di e con Leonardo Pieraccioni prodotta da Levante con Rai Cinema, arriva nelle sale italiane dal 21 aprile per 01 Distribution. Il film è scritto e sceneggiato da Leonardo Pieraccioni e Fabrizio Bologna e vede come protagonisti lo stesso Pieraccioni nei panni di Don Simone, Sabrina Ferilli, Marcello Fonte e con la partecipazione di Massimo Ceccherini.
A completare il cast anche Gabriela Giovanardi, Eva Moore, Maitè Yanes, Valentina Pegorer, Giulia Perulli.
SINOSSI: Don Simone, è un prete di frontiera, con una chiesetta sempre in difficoltà e mai frequentata dai ragazzi che preferiscono, piuttosto, lo "stare insieme" dei social. Finalmente Don Simone riceve una fantastica notizia: un eccentrico zio gli ha lasciato in eredità un’avviatissima attività in Svizzera che potrà risollevare le sorti economiche del suo oratorio sempre deserto! Ma arrivato a Lugano il nostro prete scopre di aver ereditato... un bordello!
INTERVISTA A LEONARDO PIERACCIONI
"Come è nata l'idea di questo suo quattordicesimo film di cui è ancora una volta regista, protagonista e sceneggiatore?"
"Le idee certe volte arrivano in un modo strano e impensabile. Stavo scrivendo con lo sceneggiatore Filippo Bologna un altro film quando a un certo punto il mio produttore esecutivo mi ha chiesto notizie sulla stesura del copione. Gli ho risposto che il lavoro fatto fino ad allora poteva risultare divertente ma che l'idea di base non era poi così accattivante come poteva esserlo ad esempio quella di “un prete di provincia che ereditava un bordello in Svizzera!”. Ci siamo guardati in faccia sorpresi, abbiamo fatto una pausa e abbiamo subito convenuto che sarebbe stato interessante trasferire in un film quello spunto che avevo buttato lì per caso. Il giorno dopo sono andato a casa di Bologna e gli ho proposto di accantonare quella sceneggiatura di cui avevamo già scritto quaranta pagine e di dedicarci invece alla scrittura di una nuova commedia incentrata su un prete che si ritrova all'improvviso alle prese con l'ipotesi paradossale di dover gestire una casa di appuntamenti. Ci siamo così subito industriati a pensare a tutto quello che, al di là della boutade, poteva derivare da un simile argomento, a partire dal tentativo da parte del protagonista di redimere le ragazze "in vendita" per proseguire poi con i dubbi di un sacerdote 56enne di oggi che si interroga sulla vita che ha vissuto fino a quel momento.."
"Che cosa avete scelto di raccontare?"
"Raccontiamo un prete in trincea, quelli degli oratori, non quei graduati a cui ci si affeziona davvero poco. Lo abbiamo fatto attraverso le vicende di Don Simone (il mio personaggio), sacerdote "di frontiera" di una piccola cappella toscana, che vediamo all'inizio alle prese con mille difficoltà per tirare avanti in un momento storico in cui i refettori e gli oratori sono da tempo deserti e mentre cerca come può - aiutato dal fedele sacrestano Giacinto (Marcello Fonte) - di invogliare a frequentare la comunità cristiana i ragazzi del suo paese troppo distratti dal mondo dei social.
“E come prende don Simone la notizia di questa eredità?”
La sua vita viene sconvolta il giorno che riceve da un notaio la notizia della morte di un eccentrico zio piuttosto sui generis, Valdemaro (Massimo Ceccherini) che gli ha lasciato appunto questa eredità a Lugano, questa casa con un'attività molto redditizia ma non meglio specificata. Una volta informato del lascito don Simone riunisce i parrocchiani dicendosi felice di poter aiutare la sua comunità con l'inaspettato denaro in arrivo e convinto di poter comprare tutto il necessario per attirare i ragazzi a fare sport si precipita col fido Giacinto in Svizzera ignaro di tutto quello che lo aspetta.."
"Che cosa vi siete divertiti ad immaginare?"
"Soprattutto un continuo gioco degli equivoci: don Simone e Giacinto arrivano a destinazione in abiti borghesi e non pensano minimamente che si troveranno alle prese con un bordello di lusso dove tutte le loro certezze sono destinate a vacillare e ovviamente non vengono identificati come uomini legati alla Chiesa. Trovano una villa meravigliosa con diverse bellissime donne alle dipendenze dell'affascinante direttrice Lena (Sabrina Ferilli) e immaginano ingenuamente di essere capitati in un bar di lusso all'inglese per la cui futura gestione si ripropongono subito di eliminare gli alcoolici sostituendoli con dei sani frullati. Nonostante sembri un tipo piuttosto "addormentato" Giacinto capisce al volo non solo che le signorine che abitano nell'appartamento sono bellissime, ma anche che "meretriciano" e quando finalmente anche il prete realizza che le ragazze fanno il mestiere più antico del monto si industria subito per cercare di redimere le "peccatrici" e convincerle a smettere ma con scarso successo...".
"Come evolverà la situazione?"
"Don Simone appare molto combattuto: è ferito e amareggiato perchè vede andare in fumo il sogno di ridare vitalità al suo oratorio, a meno che non scelga di seguire i consigli del "malefico" zio Valdemaro che gli appare spesso in sogno e gli ripete più volte che ha solo una settimana da tempo per accettare in eredità la palazzina e l' attività e continuare come proprietario o lasciare che ne entri in possesso un cugino disinibito di nome Antonello Rovincello. Lo sprona insomma ad approfittare dell'opportunità che gli viene offerta, convinto che la vocazione cristiana del nipote sia di latta e che don Simone sia ancora in tempo per trasformare in un paradiso quello che crede essere l 'inferno del bordello.
"Come e perchè ha scelto Sabrina Ferilli?"
"Da subito ci è venuta in mente la simpatia e la prorompenza della buona Ferilli. Nel nostro film interpreta il ruolo di Lena, la maitresse che in passato faceva lo stesso mestiere delle ragazze ora alle sue dipendenze e che col tempo è diventata un'abile manager in quel particolare settore. Quando vede arrivare il nuovo proprietario della casa che le appare come un uomo misterioso che non vuole raccontarle cosa fa realmente nella vita sembra esserne subito attratta come lo si è spesso dagli uomini misteriosi, che si capisce benissimo che ti stanno nascondendo qualche segreto.
"Da cosa deriva invece la decisione di coinvolgere nel cast Marcello Fonte?"
"L'avevo visto recitare in "Dogman" di Matteo Garrone e me ne ero "innnamorato" in maniera totale, avevo pensato che sarebbe stato bello lavorare un giorno con lui e me ne sono ricordato quando abbiamo iniziato a scrivere questo nuovo film. Marcello era piuttosto stupito della scelta, mi ha detto subito che non pensava di avere i "colori" della commedia ma l'ho rassicurato dicendogli di fidarsi di me e che ci saremmo divertiti e infatti una volta arrivati sul set ci siamo ritrovati d'accordo su tutto.
Nel film interpreta la figura di Giacinto, un classico sacrestano con l'ultimo bottone della camicia sempre abbottonato sul collo; un uomo che però appena si ritrova davanti ad un gruppo di ragazze molto disinibite si innamora follemente di una di loro, Margot (Gabriela Giovanardi) facendola diventa la sua dolce fatina, il suo arcobaleno. Quando don Simone gli chiederà cosa stia pensando di fare in seguito all'evolversi della sua "love story" lui gli risponderà che forse sa di essere "un po' bischero ma è sempre meglio avere accanto nella vita una prostituta allegra che una moglie triste".
"E per quanto riguarda infine il suo complice di sempre Massimo Ceccherini?"
"Quando si pensava al ruolo dello zio Valdemaro, il "Luciferone malefico" che lascia in eredità il bordello al nipote prete mi sono imbattuto in una fotografia di un ottantenne londinese che incarnava alla perfezione il look che avrei voluto per questo personaggio e allora sulla base di quel ritratto ho pensato di truccare Ceccherini da anziano. Massimo è un attore strepitoso, sono convinto che sia sempre un interprete preciso, perfetto, anche truccato da ottantenne (tra l 'altro ormai a quell'età sta per arrivarci davvero…), ultimamente ha intrapreso poi una nuova vita anche come sceneggiatore negli ultimi due film di Matteo Garrone che ne è entusiasta e credo che tutto questo lo abbia fatto molto crescere".
"Come si è documentato sull'argomento?"
"Prima di scrivere la sceneggiatura sono andato a parlare con il proprietario di diversi bordelli in Svizzera che mi ha detto che certe ragazze si prostituiscono per mettere soldi da parte e fare poi qualcosa di diverso mentre altre si dedicano senza difficoltà al mestiere più antico del mondo perché si tratta di un istinto con cui convivono naturalmente e senza traumi. Ha poi aggiunto che la tendenza ad innamorarsi delle escort, riguarda almeno l’80 % dei clienti che le vorrebbero sposare e spesso regalano alle ragazze delle grandi torte, fatte in casa dalle madri, e che poi vengono puntualmente girate a lui.
“Lei sarebbe favorevole alla riapertura delle case di tolleranza?”
Ovvio, pensa solo a quanti denari toglieresti alle organizzazioni malavitose, pensa all’assistenza sanitaria che avrebbero le ragazze, agli ambienti dove potrebbero incontrare i clienti invece che appartarsi, spesso, in macchina.
"Che cosa rappresenta questo film nella sua carriera?"
"E’ una storia incentrata sul dubbio e sulla redenzione: fin da quando ho iniziato a scrivere i miei primi film insieme a Giovanni Veronesi ci siamo subito ripromessi di attribuire dei dubbi ad ogni mio personaggio che immaginavamo a seconda dell'età che aveva: a 30 anni venivo travolto dall'Amore e a 40 ero un Peter Pan che nonostante la sua età non voleva mollare la sua posizione in campo sentimentale, come ad esempio ne "Il paradiso all'improvviso" oppure pensa a "Ti amo in tutte le lingue del mondo" dove ero alle prese con le pene di amore di un uomo lasciato dalla sua donna. Seguendo questa logica a 50 anni ho iniziato a raccontare i rapporti con una figlia (come è avvenuto in "Se son rose") e i primi veri bilanci in cui ci si chiede se nella vita si sono fatte o meno le cose che si sarebbero dovute fare. Per "Il sesso degli angeli" la figura di un prete ci sembrava la più adatta per un dubbio supremo: don Simone è sempre stato un buon sacerdote fermo nelle sue convinzioni e nella sua fede oppure no? Questa fede che lo ha accompagnato in tanti anni c’è ancora oppure è finita? Quando arriva nel bordello svizzero si suppone che i punti interrogativi si debbano sciogliere tutti..".
"Come si è svolta la lavorazione?"
"Sia con "Il sesso degli angeli" sia con il mio precedente "Se son rose" mi sembra di essere tornato ai miei esordi, sono film nati più facilmente degli altri, si tratta in entrambi i casi di storie pensate e girate con grande libertà. Questa volta credo che anche il copione ne abbia risentito in meglio mentre invece in passato nel tentativo di raggiungere un risultato di pubblico importante c'era stata maggiore fatica nella scrittura alla ricerca, qualche volta, di ripetere meccanismi che avevano precedentemente funzionato.
Qui il trailer e, a seguire, 3 clip dal film:
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