di Silvia Sottile
Thor: Love and Thunder di Taika Waititi (qui la nostra recensione) è al cinema dal 6 luglio ed è subito balzato in vetta al box office.
Natalie Portman, che nel film interpreta Jane Foster/Mighty Thor, ha incontrato la stampa romana. Ecco cosa ha raccontato.
Interrogata in merito all’umorismo del film e del regista, Natalie Portman risponde così: “Lavorare con Taika è stata una grande gioia. Lui porta sul set creatività e spontaneità ed è quello che vuole da tutti noi. Non ha mai mancato di ricordare l’importanza di affrontare la vita, soprattutto in questo momento, con un po’ di umorismo di cui abbiamo tutti bisogno. Abbiamo bisogno di ridere, di avere un momento di gioia. Questo ce l’ha ricordato sempre ed è quello che si aspettava da noi. Taika ha un senso dell’umorismo che ha sempre rispetto nei confronti degli altri: non si ride mai a spese di qualcuno, è sempre molto generoso e gentile e questo lo è anche nella vita. Credo sia un chiaro senso di intelligenza questo modo gentile di ridere, è divertente però non manca mai di essere generoso e ha un senso dell’umorismo un po’ surreale, assurdo, bizzarro, al quale si abbinano anche delle forti emozioni: generosità e gentilezza oltre all’umorismo”.
Per quanto riguarda il personaggio che interpreta, il suo dualismo, ovvero da un lato il suo aspetto così profondamente umano e dall’altro il fatto che sia un’eroina così forte, così cool, l’attrice afferma: “Devo dire che è quello che amo più di ogni altra cosa del personaggio. Personalmente trovo molto difficile rapportarmi con delle figure che sono dure e sempre così toste in ogni momento. Ammiro chi ha queste qualità però non è una cosa che mi appartiene. Mentre invece lei è più vera e anche più femminista se vogliamo perché comunque è una donna che prova dei dubbi, che ha delle paure, che ha delle sfide a cui far fronte e delle debolezze. Ma al tempo stesso è potente, dura, tosta, ed è quello che mi piace del mio personaggio".
"Poter interpretare di nuovo Jane è stato entusiasmante. Il suo arco narrativo è magnifico e credo che abbia rappresentato un vero e proprio punto di svolta. All'epoca ero contenta di interpretare quest'astrofisica, una donna scienziata che è divenuta un modello per molti. Le donne purtroppo sono poco rappresentate nelle discipline scientifiche e matematiche. Quando poi è diventata una supereroina il suo valore è cresciuto ancora. In più, quando ho compiuto 40 anni sul set, mi sono resa conto di quanto sia stato rivoluzionario affidare questo ruolo di una bionda e coraggiosa eroina Marvel ad un’attrice mamma, ebrea, alta 160 centimetri. È sorprendente, non l’avrei mai detto. Dovrebbero esserci molte più supereroine al cinema, ma sono stati comunque fatti progressi importanti”.
E sul suo futuro nell’MCU? Dice di non saperne nulla.
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