di Valerio Brandi
Negli anni Trenta del secolo scorso la Universal Pictures cambiò per sempre l’iconografia di molti personaggi della letteratura orrorifica: grazie a Boris Karloff oggi ci immaginiamo il mostro di Frankenstein con il suo fisico e il particolare trucco utilizzato nel lungometraggio del 1931, e in quello stesso anno un altro storico personaggio subì lo stesso effetto, perché per via della scelta di Bela Lugosi abbiamo ancora oggi l’immagine più iconica del conte Dracula, ossia un uomo elegante, fascinoso ed aristocratico dalla pelle pallida.
Il prologo di quel capolavoro era però dedicato al viaggio di R. M. Renfield, un giovane notaio deciso a recarsi al castello di questo misterioso conte, nonostante tutti gli avvertimenti della popolazione locale.
Il seguito della storia è ai molti conosciuto, perché appunto parliamo di un film non solo vecchio oltre 90 anni ma, come già ampiamente accennato, uno dei più importanti della storia del cinema e della cultura popolare; quindi, invece di proporre l’ennesimo reboot del personaggio cinematografico di Dracula, stavolta la Universal ha avuto la brillante idea di proporre una storia completamente dal punto di vista del famiglio Renfield.
Dopo un prologo in bianco e nero che a prima vista sembra una totale riproposizione del capolavoro del 1931 – ma guardandolo bene invece di Bela Lugosi e Dwight Frye abbiamo la sovrapposizione di Nicolas Cage e Nicholas Hoult (i quali oltre a “ritrovarsi” a lavoro compiuto sul set originale, li vediamo interagire con alcuni attori dell’epoca) – vediamo Dracula combattere contro un cacciatore di Vampiri e un Vescovo della Chiesa Cattolica, in una scena che dà il via alla versione a colori del film e ambientata dunque qualche tempo dopo il primo trasferimento in Inghilterra.
Il Conte della Valacchia sta per essere sconfitto ma all’ultimo il suo servo Renfield decide di salvarlo, anche se alla fine risulta essere una vittoria di Pirro. Dracula è vivo ma al tempo stesso debolissimo, e del tutto incapace di procurarsi il cibo da solo. Per oltre 90 anni Renfield ha continuato ad occuparsi di lui che ora si nasconde a New Orleans, dove Renfield comincia a nutrirlo con gli scagnozzi della banda criminale che controlla la città.
Ma anche se le persone che uccide sono malvage e pericolose per le persone per bene, comincia davvero ad essere stanco di questo “rapporto di lavoro”: riuscirà a liberarsi di questa relazione tossica?
Continua da parte della Universal questo particolare ciclo “action splatter”: dopo Una notte violenta e silenziosa e Cocainorso, ecco Renfield, una storia più adrenalinica che horror, perché la maggior parte dei momenti non sono tanto dedicati alla figura tenebrosa del Conte della Valacchia ma alle scene d’azione e alle continue uccisioni, sia con l’utilizzo di armi da fuoco che attraverso arti marziali sovrannaturali. Insomma un film molto videoludico, una sorta di mix tra GTA San Andreas e Castlevania.
Una regia geniale quella di Chris McKay (LEGO Batman – Il film e La guerra di domani) perché oltre all’azione ci regala momenti di vera ilarità, e il merito non è solo della sua direzione, o della sceneggiatura di Ryan Ridley, ma anche di Nicolas Cage, un attore troppo spesso sottovalutato e a suo agio con questi personaggi infernali (come Ghost Rider e John Milton di Drive Angry).
Il suo conte Dracula è dunque un personaggio inquietante ma anche divertente. In Italia questo film forse diventerà più facilmente un cult rispetto ad altri paesi grazie ad Aldo, Giovanni e Giacomo: già nella scena presente nel trailer è difficile non pensare al loro storico sketch quando Nicolas Cage (o Pasquale Anselmo, a seconda della versione) dice “Io sono Dracula!”.
Renfield è un film consigliato anche a coloro che non apprezzano particolarmente la religione cattolica, con quelle piccole dosi di umorismo nero non solo con il Vescovo nella scena iniziale, ma anche sul gruppo di suore...
Prodotto da Skybound Entertainment e distribuito da Universal Pictures, Renfield è al cinema in Italia da giovedì 25 maggio 2023.
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