di Silvia Sottile
Leone Film Group e Rai Cinema presentano Civil War, scritto e diretto da Alex Garland (28 giorni dopo, Ex Machina, Annientamento), con Kirsten Dunst (Spider-Man, Wimbledon, L'inganno, Il giardino delle vergini suicide, Intervista col Vampiro, Piccole Donne, Il Potere del Cane, Jumanji), Cailee Spaeny (Priscilla), Wagner Moura, Stephen McKinley Henderson e Nick Offerman.
Dal 18 aprile al cinema, distribuito da 01 Distribution.
In un'America sull'orlo del collasso, attraverso terre desolate e città distrutte dall’esplosione di una guerra civile, un gruppo di reporter intraprende un viaggio in condizioni estreme, mettendo a rischio le proprie vite per raccontare la verità.
Civil War ci mostra un presente distopico particolarmente realistico, un futuro prossimo molto plausibile e fortemente attuale: la concretizzazione dei nostri peggiori timori, qualcosa che potrebbe davvero accadere, prima o poi, da un momento all’altro. Ecco perché colpisce come un pugno allo stomaco.
Alex Garland racconta il viaggio on the road di una squadra di giornalisti in un'America devastata dalla guerra civile e la loro corsa contro il tempo per raggiungere la Casa Bianca prima che sia troppo tardi. E lo fa in maniera davvero notevole, mostrandoci la violenta e sanguinosa devastazione attraverso l’obiettivo di una macchina fotografica.
Il punto di vista della stampa – una lente per sua natura oggettiva, alla ricerca della verità anche contro il potere politico, per un innato desiderio di raccontare i fatti – rende ancora più realistico e potente l’orrore della guerra. Non ci viene risparmiato nulla della barbara e inaudita violenza umana: cruente uccisioni, scontri a fuoco, sangue, esplosioni, la cronaca di un massacro, cruda e dolorosa. Tutto totalmente credibile.
Eppure, in questo quadro, emerge anche l’animo devastato dei protagonisti, la personalità e i dolori che si portano dietro dopo tutto ciò che hanno visto e vissuto, mentre cercano a tutti i costi – a rischio della propria vita – lo scatto perfetto, la dichiarazione a effetto, in un mix di paura e terrore ma anche eccitazione, data dalla folle scarica di adrenalina costantemente in circolo.
Un’altra grande abilità di Garland in Civil War è quella di utilizzare magistralmente suoni e immagini, lavorando anche per contrasti, sia uditivi che visivi, con un effetto a tratti straniante e per questo ancora più intenso, sfruttando al meglio la colonna sonora, il montaggio e la fotografia mozzafiato. Ne scaturisce, quindi, un’esperienza cinematografica unica, totalmente immersiva, tecnicamente impeccabile e dal ritmo sempre molto serrato.
Civil War è un film assolutamente epocale, dai connotati politici strettamente legati all’attualità, diremmo addirittura ‘necessario’, quasi un monito. Ma è anche grande cinema: un racconto potentissimo, crudo, viscerale, che strazia l’anima, e riesce a portare lo spettatore proprio ‘dentro’ lo schermo, nel pieno della devastante guerra civile. Eppure non privo di una certa poesia, quasi un sogno di speranza. Un film che non può lasciare indifferenti.
Straordinaria l’interpretazione della protagonista Kirsten Dunst, in un ruolo molto sfaccettato e ben caratterizzato: una reporter indurita dalle drammatiche esperienze vissute, che non riesce a dimenticare le sanguinose immagini immortalate con la sua macchina fotografica nel pieno degli scontri, in lotta anche con se stessa, alla continua ricerca della verità, eppure capace ancora di soffrire profondamente e persino di prendere, a suo modo, sotto la sua ala, la giovane reporter alle prime armi (interpretata da Cailee Spaeny), riconoscendosi un po’ in lei – una vita fa – e facendole da mentore, in un mondo in cui la guerra civile ha ormai quasi cancellato il ricordo di come fosse la vita ‘prima’ di tutto questo.
Civil War è dunque un film che lascia decisamente il segno.
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