giovedì 20 marzo 2025

"The Alto Knights - I due volti del crimine" - Gli amici più stretti sono i nemici più pericolosi

 di Valerio Brandi


Tra i tanti generi cinematografici fiorenti, soprattutto in passato, i film di gangster continuano ad avere una discreta continuità sul grande schermo.  

Sia perché ci sono tante storie vere che non sono ancora state raccontate su quei personaggi colpevoli di tante atrocità ed azioni illegali nel secolo scorso, ma anche perché al giorno d’oggi possiamo ancora contare su molti dei protagonisti che hanno realizzato diversi anni fa dei grandi successi di pubblico e critica.   

The Alto Knights, al cinema dal 20 marzo 2025 con Warner Bros. Pictures, ne ha davvero tanti al suo interno. L’attore protagonista è nientemeno che Robert De Niro, vero simbolo di questo genere fin dai tempi de Il Padrino – Parte II, ma non è l’unico “veterano” di gangster movie in questo lungometraggio, perché anche Kathrine Narducci (interprete di Anna Genovese) ha detto la sua grazie ai suoi ruoli in Bronx, The Irishman, Capone e soprattutto la serie televisiva I Soprano.  

A dirigerli in The Alto Knights è stato il premio Oscar Barry Levinson (Rain Man, 1989), regista che ci ha regalato capolavori di ogni tipo, compreso uno proprio sulla criminalità organizzata: Bugsy del 1991. La sceneggiatura è stata affidata a Nicholas Pileggi (Quei bravi ragazzi e Casinò) e uno dei produttori è Irwin Winkler (Quei bravi ragazzi e The Irishman).  




Una grande squadra che è stata in grado di raccontare al meglio la storia vera di due criminali come Vito Genovese e Frank Costello. Non erano parenti ma si assomigliavano molto, almeno esteticamente parlando, e magari sarà stato questo uno dei motivi che ha portato Robert De Niro ad interpretare entrambi i ruoli. 

Simili nell’aspetto ma molto diversi nel carattere. Impulsivo e avido il primo, più cauto e diplomatico il secondo, senza dimenticare che nonostante fossero amici fin dall’infanzia, a un certo punto non siano più riusciti ad andare d’accordo neanche negli affari.  

Genovese era intenzionato a potenziare il traffico di droghe pesanti negli Stati Uniti, mentre Costello era convinto che fosse un qualcosa di troppo rischioso oltre che moralmente sbagliato, e che fosse meglio limitarsi al gioco d’azzardo e alla prostituzione. Una vera e propria similitudine con i personaggi di Virgil Sollozzo (Al Lettieri) e Don Vito Corleone (Marlon Brando) nel primo Padrino, solo che questa è una storia vera. 

Dobbiamo continuare a parlare di corsi e ricorsi cinematografici, ma del resto, squadra che vince non si cambia, e anche la narrazione di The Alto Knights ricorda altri lungometraggi di genere gangster come Casinò e The Irishman

Il film inizia con una pesantissima prolessi, e Robert De Niro è di nuovo narratore, sia come voce fuori campo che nella versione più anziana di uno dei suoi personaggi, come se stesse concedendo l’ultima intervista della sua vita. 

Un po’ spoiler per lo spettatore che non conosce ancora la vicenda, ma in questi casi non è davvero un problema, visti i tanti personaggi al suo interno (non solo della criminalità organizzata ma anche delle istituzioni che li hanno combattuti) e i numerosi intrecci in cui sono stati coinvolti.

Quindi sarà comunque interessante scoprire come si è arrivati a quella scena iniziale e poi al finale, senza dimenticare che per assimilare al meglio tutto questo sarà necessaria più di una visione.  

Questa storia, nella realtà, è durata diversi decenni ma il cinema naturalmente ha altri tempi, e non tutti hanno la pazienza di realizzare opere come Boyhood. Per non cambiare continuamente attori, tranne che per le parti in cui Genovese e Costello erano dei ragazzini, Robert De Niro è stato sempre presente, e il suo aspetto è stato modificato digitalmente – con buoni risultati finali – dalla computer grafica come in The Irishman.  

Un lungometraggio privo di veri difetti che può contare su altri grandi attori che non abbiamo ancora citato, come Debra Messing (l’iconica Grace Adler in Will & Grace), Cosmo Jarvis (Persuasione) e Wallace Langham (CSI: Scena del crimine). 

 


Grande lavoro è stato svolto anche dal doppiaggio, effettuato presso la CDC Sefit, diretto da Alessandro Rossi (che ha doppiato il dottore che assiste Costello), con l’adattamento dialoghi di Cecilia Gonnelli, l’assistenza di Roberta Schiavon, Fabrizio Sallusti come fonico di doppiaggio e Fabio Tosti come Fonico di mix.  

Questo il cast tecnico, mentre per quel che riguarda il cast artistico ci sono state importanti conferme, a partire da Stefano De Sando, la voce ufficiale di Robert De Niro dalla scomparsa di Ferruccio Amendola. Un doppiatore eccellente che in questa occasione è stato doppiamente bravo, o meglio ancora, un attore raddoppiato come ama dire Angelo Maggi: perché naturalmente, come in originale, ha doppiato sia Genovese che Costello, e il risultato finale è stato decisamente all’altezza della situazione e per nulla straniante.  

Per il primo ha usato una versione più dialettale mentre per il secondo un italiano più corretto, oltre al fatto che, come accennato sopra, i due malavitosi erano diversi in quanto a carattere e quindi De Sando ha dato ad ognuno il giusto timbro vocale legato al temperamento.  

Debra Messing ha mantenuto la sua voce italiana storica (di Will & Grace e non solo), ossia Francesca Fiorentini, mentre Kathrine Narducci in questa occasione è stata doppiata da Franca D’Amato.  

Un grande veterano del settore come Bruno Alessandro ha dato la voce al personaggio di Tony e, per quel che riguarda il personaggio di Richie Boiardo interpretato da Frank Piccirillo, vi regaliamo l’ultima curiosità relativa al genere gangster movie di questa recensione: è stato doppiato da Pino Ammendola, attore e doppiatore italiano che ha partecipato ad entrambi i doppiaggi de Il Padrino di Francis Ford Coppola (nel primo era Bruno Tattaglia mentre nel secondo Philip Tattaglia).  




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